Corriere della Sera - Io Donna
KEVIN BACON
“Sono state mia moglie e mia figlia a spingermi” racconta l’attore, che - a oltre trent’anni da Footloose - ha accettato il ruolo d’oggetto di ossessione erotica in I LOVE DICK. E confessa: “Non vorrei mai andare indietro nel tempo. Ero una persona orribi
Kevin Bacon è già un classico del cinema americano. Se Footloose (del 1984!) continua a essere uno dei filmpiù popolari tra i teenager - e il suoRenMcCormack, l’adolescente ribelle, unmito - le interpretazioni successive (in JFK, Codice d’onore, Apollo 13, Mystic
River, Frost/Nixon, X-Men: L’inizio) hanno provato un eclettismo notevole. Il cinquantanovenne attore diPhila delphiaèa suo agio calcando il palcoscenico, negli horror, in tv, dietro la cinepresa, suonando nella band country The Bacon Brothers (con il fratello Michael), componendo colonne sonore.
Ciliegina sulla torta, è sposato felicemente dal 1988 con l’ at tric eKy ra Se dgwick,ch el’ ha appena diretto nel televisivo S tory ofaGirl,e padre orgoglioso di Travi se Sosie, di 28 e 25 anni.
Adesso, però, ha accettato una parte quasi impossibile; è il feticcio sessuale, l’ oggetto di una sfrenata ossessione erotica in I Love Dick(Dickè diminutivo diRic hard, ma in slang significa “uccello”), una serie “psico-sexy” ba-
“Alla mia età ti poni un sacco di domande sulla tua identità e virilità. Che non sia arrivata l’ora di ricorrere a un aiuto chimico? Scherzo, eh!”
sata sul romanzocult della scrittrice ChrisKraus. Lastoria: Dick, unartista cowboymisterioso, riaccende la fiamma del desiderio in una coppia (gli interpreti sono Kathryn Hanhn e Griffin Dunne) rassegnata a una stagnante routine. I Love Dick, una sorta di saggio femminista su arte-sesso-desiderio, è stato creato e prodotto unicamente da donne. Ha consultato quelle di casa sua prima di accettare il ruolo del protagonista? Certo, appena ho ricevutola sceneggiatura e ho detto aKy ra eaS osi e che la serie si intitolava I LoveDick, era stato ideato daJillSolowaye sarebbe stato interpretato daKathrynHahn, non mi hanno neppure lasciato continuare :“Devi farlo!”. “Manonleho ancora incontrate, non ne abbiamo parlato....”. “Devi farlo!”. (ride) Èstata un’esperienza esilarante, oltre che stimolante e provocatoria. La sua prima reazione di fronte a un titolo così esplicito? Hopensato che andava stampato su unaT-shirt... Avevagiàletto il libro? No. L’ho trovato interessante. E ho trovato interessante anche l’ambientazione in Texas, a Marfa, un paesone di 2000 abitanti vicino al confinemessicano. Lìhavissutoper anniDonaldJudd, unartistadiNew York, creando sculture monolitiche. Sièsviluppatacol tempounacomu- nitàmessicano-americana di cowboy, artisti e intellettuali, una sorta diBrooklyn texana. Cosa l’attraeva in un cowboy-artista indecifrabile? Dick,ch eh alami a età, è consapevole di non avere realizzato un’ operad’arte in sette anni, sadinonmeritare l’ adulazione che lo circonda, gli pare sia arrivato il momento di cambiare vita. Ha dubbi su se stesso, sulsuovigoresessuale, pensaallamorte... A questo punto si imbatte in una coppia fuori di testa e ogni cosa cambia.
ILoveDickha toccato qualche sua corda nascosta? Sì. Quando sei vicino alla sessantina, tiponi un sacco di domande sulla tua identità e virilità. Che non sia arrivata l’ora di ricorrere a qualche aiuto chimico? (ride) Impersonare un sex symbol intimorisce? Sì, eperqu est oJillSoloway mi ha affibbiato immediatamente un person al trainer! No, scherzo, ma un po’ di esercizio è necessario: la protagonista ha una visione alterata di quest’uomo, lo vede come attraverso una lente completamente distorta. Così ho dovuto dare il meglio di me, a dispetto dei danni inflitti dal tempo... Apiùdi trent’anni daFootlose torna a essere un sex symbol: in famiglia come reagiscono? A casa va tutto a gonfie vele, è una meraviglia! Pensa mai alla perduta giovinezza? Averedi nuovo30anni? No! Recentemente ho ritrovato dei filmati girati in epoche lontane: impartivo a tutti direttive secche e precise. Rivederli mi ha sconvolto, mi sono chiesto subito come abbia fattomia moglie a restare con me tutto questo tempo: ero proprio uno stronzo micidiale, per niente divertente o interessante. Anzi: orribile. Orribile? Anche lamia voce era orribile. E poi, ilmodo in cui davo ordini, zero ironia. No, di sicuro sonomeglio oggi. Mi pare di essere più saggio. Ma magari tra vent’ anni, quando riguarderò i film che giro ora, mivedròun’altravolta come un fesso atroce.