Corriere della Sera - Io Donna

DIARIO DI VIAGGIO / 2 IN BARCA PER TORNARE BAMBINA

Agosto 2015, cinque amici, una casetta sulla spiaggia all’Elba, una nassa sparita, poi una Panda carica di bagagli e uno scafo a vela destinazio­ne CORSICA. L’attrice ricorda la sua vacanza più bella. Che poteva essere solo al mare

- di Cristiana Capotondi

Non so come si concluderà quest’estate, ma quella del 2015 resterà ancoraper molti anni lamiaprefe­rita. Volevamo che fosse un’ estate italiana, come quando da ragazzini si viaggiava senza programmar­e nulla. Così, siamo partiti in quattro daMilano, con la Panda ca ricadi bagagli. Carlo, il nostro migliore amico, aveva offerto la sua casetta sulla spiaggia, all’isola d’Elba.

Andrea ed io amiamomolt­oquel posto eCandida era sembrata entusiasta all’idea. Il quinto, Nicola, ci avrebbe raggiunti da Roma. Avevamo una settimana di tempo per goderci il maree cercare una barca a vela perle due centrali di agosto. Ogni giorno, ci inventavam­o un gioco acquatico diverso. Abbiamo costruito una nassa e l’abbiamo ancorata sul fondo, a largo del golfetto di Scaglieri. Ab-

biamo aspettato tre giorni prima di tornare a prenderla, ma quando ci siamo immersi, non c’era più. Ci siamo convinti che era piena di pesce e che qualcuno ce l’aveva rubata. Abbiamomon­tato unmotore da dieci cavalli sul barchino a remi e ci siamo spinti dalla parte opposta del golfo, in una spiaggia raggiungib­ile solo vi amare. Abbiamo recuperato un grande tronco e lo abbiamo assicurato alla poppa del barchino.

Al ritorno, a turno, abbiamo navigato immersi inacqua, a cavalcioni sul tronco, cheèdivent­ato subito l’attrazione di tutti gli amici della spiaggia, quelli con cui Carlo trascorrev­a le vacanze da bambino. Ora, coni figli al seguito, ci aiutavano a trasportar­e il grande tronco nel giardino dietro alla casa.

Ogni giorno la nostra agenzia di booking ci confermava una barca, dis dicendola poco dopo. L’ imbarco era previsto da Napoli, Procida, Milazzo, Olbia… Andavamoal­mare, cucinavamo, dormivamo nelle orepiùcald­e. Era ilmareadet­tare i nostri ritmi, a cullare le nostre giornate.

La sera camminavam­o a piedi nudi sino alla gelateria oppure guardavamo unfilm. A turno, ognuno di noi aveva diritto di proporre il suo preferito. Una sera, Nicola è saltato in piedi sul divano: c’ è un topolino. Lo abbiamo cercato tuttala notte, poi abbiamo iniziato a dubitare che Nicola lo avesse visto veramente. Il 9 agosto, finalmente, arriva la conferma di unaJean ne au 61 piedi nel porto di S ari-Sole nzara, in Corsica.

Da Livorno abbiamo preso un traghetto per Bastia. LaPanda, aquelpunto, erastracol­ma. Viaggiavam­o con le valigie sulle gambe. Imbarcati su Dion, abbiamo impostato la rotta per raggiunger­e Bonifacio. A Porto Vecchio, abbiamo comprato tutti lestess es carpette colorate, quelle ditela leggera da cui il giorno in cui siamo sbarcati ci siamo separati a fatica.

Le falesie bianche all’ ingresso del porto di Bonifacio sono una delle meraviglie del Mediterran­eo, quella notte in rada ne abbiamo rivendicat­ola proprietà con X avi er, il nostroskip­per: questa terra è nostra, Bonifacio l’ abbiamo costruita noi, lo vediche l’ architettu­ra è italiana?

Abbiamo passato cinque giorni in mare, dormendo in rada, senza mai toccareter­ra. Gliunici rumori che ci accompagna­vano erano le vele al vento prima che, do pola virata, le cazzassimo a dovere, e il gorgoglio delmare che ci sfilava sotto. Il quinto giorno, la cambusa è finita e siamo dovuti scendere a cena in un ristorante di SantaGiuli­a, una spiaggia sulla costa orientale della Corsica. C’erano un pallone abbandonat­o sul campo di beach volley e un gruppo di ragazzi francesi che guardavano il tramonto. Abbiamo costruito dueporte e li abbiamo sfidati inun match Italia Francia. Ho segnato il goal più bello dellamia carriera, al volo a incrociare sul secondo palo. Andrea e Carlo non ci potevano credere. Mentre mangiavamo cozze e patatine fritte, un sosia di JohnnyHall­yday cantava i suoi più grandi successi. Delle ragazze francesi ci hanno invitato ab alla reQue

je t’aime. A saltellare e cantare, mi sono sentita libera come una bambina. Libera come solo ilmaremi fa sentire. Quella notte, mentre rientravam­o verso la barca col tenderino, mi sono buttata in acqua e poi ho nuota tosino alla barca. È stato il mio primo bagno di notte, sotto un cielo pieno di stelle che nonmi dimentiche­ràmai.

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Gche ha la patente nautica) al timone; qui sopra, sosta al tramonto sulla rocca di Bonifacio e giochi d’acqua nel mare di Santa...
L’album dalla Corsica dall’Instagram @cristianac­apotondi: in alto, la spiaggia di Santa Giulia e, a destra, Cristiana Gche ha la patente nautica) al timone; qui sopra, sosta al tramonto sulla rocca di Bonifacio e giochi d’acqua nel mare di Santa...
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