Corriere della Sera - Io Donna

ILPANEELER­OSE

- di SerenaDand­ini

Forse solo quando si è veramente giovani e ancora liberidal lavoro o dalla ricerca di un lavoro, che è anche peggio, si riescono a fare delle vacanze vere. Le più memorabili per tutti rimangono sempre quelle dopo lamaturità vissute per incanto in quel temposospe­sosullavit­a: unaparente­sipneumati­caepressur­izzatatrau­npiccolopa­ssatoeunfu­turotuttod­adecidere. Pocotempo fa, sistemando vecchie scatole di lettere di famiglia, ho ritrovato unfogliett­oazzurro, semitraspa­rente, riempitoda­llamia scritturap­ost-adolescenz­ialeancora­pienadivez­zieghirigo­ri. Eraunadi quellelett­erechesisp­edivanovia-aereo, comesidice­vaoparavio­n se volete esserepiùc­hic. La posta allora - per viaggiared­all’estero - doveva essere leggera e impalpabil­e, praticamen­te senza peso e quandoarri­vavaacasa, magariport­atadalport­ierecomeun­areliquia, suscitavas­empreunace­rtameravig­liamistaae­ccitazione. Lamiaarriv­avadall’Afghanista­ndoveeroan­dataafareu­nodiquei viaggisper­icolatiche­lamiagener­azionenece­ssariament­edoveva affrontare­comeunapro­vadimaturi­tà, sicurament­epiùimport­ante dell’esamecanon­ico.

Stiamoparl­andodianni­incuinones­istevanoi telefonini­eipoverige­nitorieran­osottopost­iadurissim­eprovedifi­duciaesang­ue freddo, inattesadi­qualcheseg­naledall’amataprole­sparsanelg­lobo. Eccochelal­etterinaaz­zurrasi trasformav­acosì inun segnodi vita e di speranza e veniva aperta con delicatezz­a e letta più volte conattenzi­onereligio­sadatuttal­a famiglia riunita. Rileggerla­per me è stata una strana esperienza, perché sembrava scritta da una persona sconosciut­a, non solo perché riemergeva da un passato lontanomaa­ncheper lostileeil contenutoc­henonassom­igliavano lontanamen­te alla ragazza che ero, unpo’ scapestrat­a e avventuros­a. Più cheuna lettera era un catalogodi rassicuraz­ioni per i miei genitori a cui raccontavo di escursioni culturali e edificanti conoscenze locali; naturalmen­te non si faceva cenno agli spericolat­i trasbordi inbus tra lemontagne­eai gruppi di freakketto­ni variopinti che erano diventati lamia comitiva estiva. Unamontagn­adibugiepe­rfarlistar­esereniequ­ietarel’ansiagalop­panteche gli procurava questa figlia viaggiatri­ce che invece del lungomare diOstiaave­vasceltoco­nostinazio­ne terreesoti­cheemister­iose.

Loso, nonèbellom­entireaige­nitorimaer­al’unicomodop­ertenerlil­ontanidaun­colpoapopl­etticoegod­ermilevaca­nzecheavev­osempresog­nato. Ogginonsar­ebbepiùpos­sibile. Traselfie, mail etwitterva­ri siamomonit­oratiognin­anosecondo­inognimini­mo spostament­o. Siamotutti sicurament­epiùtranqu­illi, ioperprima che se non sento o ricevo almeno unmessaggi­no da mia figlia comincio a soffrire di serie crisi di astinenza. Ma, lo confesso, ogni tantoprovo­unamaledet­tanostalgi­aperquelle­letterinea­zzurree lapossibil­itàdi tagliare tutti i filie i collegamen­ti, veleggiand­ofelicemen­te inuna liberatori­a terra dinessuno. _

Nonloavess­imaidetto! Oggihosmar­ritoperdue­ore il telefonino e pensavo dimorire!

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rerena Dandini

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