Corriere della Sera - Io Donna
MI VEDETE CONLATONACA?
L’ex ragazzino dell’“Attimo fuggente” oggi veste i panni di un prete molto radicale e ossessivo. Ma per farlo ha atteso la chiamata di un mentore speciale: Paul Schrader, regista RELIGIOSO E AUSTERO. Che ha scelto l’attore texano perché gli vede “il torme
Èquesto l’uomo che convinse Julie Delpy a scendere dal treno in
Prima dell’alba cambiando così per sempre il corsodellasua (della loro) vita? Lo stesso che, tremando, salì in piedi sul banco di scuola per celebrare la grandezza della poesia in L’attimo fuggente? Et han Hawkeè oggi unTomSawyer cresciuto( ha 4 figli ), ma ancora capace di sentite professioni di devozione :« Il primo film d iP aulSch rader che ho visto? In realtà, son ostati due. C’ era un cineclub a New York dove per il prezzo di un biglietto potevi vedere Taxi Driver e Toro
scatenato uno dopo l’ altro. È da allora che penso a lui ...». Ilpensierosi è tradotto inazione. E inunfilm, First Re
formed che sta transitando di festival in festival, da Venezia a Telluride a Toronto, e che l’ex sceneggiatore di Martin Scorsese e il suo protagonista accompagnano, accomunati dalle austere scelte di guardaroba. Schrader è un uomo religioso, cresciuto in una famiglia calvinista chemetteva la cinefilia incoda alla lista dei peccati capitali. Hawke- come il suo mentore tutto di nero vestito( ma con cinturone da cowboy )- è oggi il portatore del suomessaggio. E non è garantito che sia di pace e amore. La tonaca glidona, piùche a padre Ralph di Uccelli di rovo, e almeno quanto a Montgomery C lift di
Io confesso( la somiglianza trai due ha influito, ammette il regista). IlpadreToller di Et han Hawkeamministra, in una sorta di punizione autoinflitta, unaparrocchia storica, quasi priva di fedeli. Lo vediamo bere, anche a colazione, e sciogliere nello Scotch il farmaco che dovrebbe curare i dolori allo stomaco che lo tormentano. Il suomale viene da lontano e alimenta l’ossessione: per i danni che l’ uomo infligge al lanatura, per il cinismo degli avidi, ciechi difronte al disastro imminente. Ethan, Paul Schrader sostiene di averla scelta perché lei« hailto rmento scritto in faccia ». Lo sapeva? (sorride) Quello chela gente vede in
te è sempre unmistero. Un regista anni fami disse che avevo l’aspetto di uno che crede in Dio. Vorrei che mioffrisserolapartediungladiatoreungiorno: hol’aspettodiunoche sfida i leoninell’arena?
Malei crede in Dio?
Nonèunadomandasemplice. Larispostabreve è “sì”. Mail cinemaè la mia fede più autentica.
Nelfilmcercadiconvincereunuomodisperatoalasciare che ilfiglio che aspetta venga almondo, nonostante non sia ilmigliore dei mondi possibili. Condivide quella paura per i suoi figli, per il loro futuro?
Io sono felice di essere vivo, sono contento che i miei abbiano preso ladecisione di avermi. E credonon ci sia genitore nella storiadel genereumano che non abbia avuto pauraper i proprifigli almenouna volta. La paura è una grande risorsa, ci insegna a prevenire i danni, ma in questa fase della nostra storia è cresciuta a dismisura a causa dello sviluppo tecnologico cui siamo giunti. Le generazioni prima della nostra non avevano la possibilità di distruggere l’intero patrimonio naturale del Sudamerica, noi sì.
E come vede l’approccio religioso alla questioneambientale?
PaulSchrader non è l’unico a guardare alla comunità religiosa in cerca di una guida. Oggi c’è un Papa che dice cose per niente scontate.
Non la spaventa il fattoche la religionevengausataoggipergiustifi- care le peggiori nefandezze?
Ma questo è successo durante tutta la storia dell’uomo! E un terrorista cristiano non è una novità, secondome. Il filmaccenna almovimento abolizionista: non erano terroristi cristiani? John Brown uccideva glischiavisti. Elogiustificavaconle parole delVangelo.
Non c’è attore in America che sia rimasto fedele al cinema indipendente quanto lei: avrebbe potuto fare grossifilm, arricchirsi…
Ipochi tentativi chehofattoinquelladirezione sono falliti. Ho fattoun horror commerciale con Angelina Jolie, qualche tempo fa ( Identità
violate, 2004): eroconvintosarebbe stato un successo, ma è stato un disastro. Ho fatto 8 filmcon Richard Linklater, nessunocongrandimezzi, enonmenesonomaipentito.
Linklater sostiene che la trilogia iniziataconPrimadell’albanel‘95 funzioni «come il test delle macchie di Rorschach per le coppie».
Lo credo anch’io. Incontro ancora oggi persone che mi fermano per strada per dirmi quanto la storia di Jesse e Celine li abbia depressi, illuminati, eccitati… E persone che vogliono sapere dove sono adesso i due personaggi che io e Julie Delpy abbiamomesso in scena, se stanno bene, se si amano ancora....
Elei saprebbediredoveèadesso?
Come tutte le persone che hanno iniziato molto giovani, sono stato abitato per lungo tempo dall’incertezza, non sapevo se avevo o no ildiritto di occupare quello spazio. Molti attori chehanno esorditoprimadeivent’anninonce l’hannofatta... In uno dei miei primi film ho lavorato con Jack Lemmon ( Dad
Papà, 1989): ricordo che guardavo quell’uomo non più giovane che aveva vintodueOscar e che ancora si preoccupava di fare un buon lavoro, anchesuunpiccolofilmcome quello. Nonguardavaalpassatogloriosonéalfuturoconpreoccupazio_ ne. Be’, cercodi farloanche io: è solo il presente che conta.