Corriere della Sera - Io Donna
LIAM NEESON
Di Virginia Anton
Al festival di Toronto, lo scorso settembre, Liam Neeson senza tanti giri di parole aveva sentenziato :« Coni filmd’azione ho chiuso: ho65anni!». Siriferiva alla serie dei vari Taken grazie alla quale, nel giro di pochi anni, era diventato la star degli action
movies. Per noi giornalisti un sospiro di sollievo, lo vogliamo tutti rivedere in film come Schindler’s List. L’illusione però è durata poco: alla fine delmese la rivista
Variety riportava che l’attore ci aveva ripensato e quindi dichiarato sul red carpet del suo ultimo film, il serissimo The
si lentman:«M ano, scherzavo, semmai rimandiamo all’ anno prossimo ». Eviauna bella risata. L’ interprete duttile e raffinato di Mic ha el Coll in se Gang sof New York ha, pare, una gran voglia di tornare a sferrare pugni micidiali. Quando una decina d’anni faglioffrirono inTaken il ruolo di BryanMill s-l’ ex agente della Ci a a caccia della figlia teenager rapita dai trafficanti di sesso albanesi - un film d’azione definito dai critici più generosi “un piacere peccaminoso per chi ama i thriller ven- dicativi”, si era pensato a un caso isolato. Risultò un errore di valutazione madornale: i 277 milioni al box office furono più che convincenti, e a quello seguirono i nevita biliTaken2e3(l’ ultimo è del 2014). Incontriamo Liam per unruol oche dall’ azione è lontano anni luce: inThe silent man, vestito grigio, i capelli argentati del politico navigato, sempre perfettamente controllato e al di sopra delle emozioni, l’ attore èMarkFelt,l’ a gente dell’ F bi( noto come DeepThroat, Gola profonda), braccio destro di J. EdgarHoover che con le sue informazioni segrete fece esplodere il casoWatergate, portando il presidente Nixon alle dimissioni nel 1974. Allampanato e magro, simpatico e cordiale, a Neeson piace discutere di politica, della realtà e, soprattutto, prendersi gioco del suo personaggio.
Cosa ricorda delWatergate?
Quando scoppiò lo scandalo vivevo inIrlanda, dove eravamo alle prese con cento problemi politici di altro genere. Sapevo piùomeno cosa stava succedendo a Washington, ma non avevo certo afferrato la portata di quell’inchiesta. Solo quando ho cominciato a prepararmi per il film suMark Felt e ilWatergatemi so-
no reso conto delle sue implicazioni per la democrazia dell’Occidente, e dell’importanza a quei tempi del giornalismo investigativo. Vede somiglianze con la realtà politica deinostri giorni? Nooo! Ma cosa dice? (ride, sarcastico, ndr). Direi proprio di sì, e vorrei citare la recente dichiarazione di un analista politico a proposito dell’attuale amministrazione americana: “Non c’è fumo senza arrosto”. Sembra banale, eh? Ma di fumo ce n’è parecchio. Felt era un informatore, permolti un traditore. Come lo inquadra nellastoriadi quegli anni? È una figura interessante, e non ho una risposta definita. Felt era un agente delFbi fedele edevotoa J. Edgar Hoover, e quando quest’ultimo morì venne defenestrato da individuimeno capaci di lui. Un affronto simile non deve essergli piaciuto, ma sono convinto che poi agì per il bene del Paese. Una vera democrazia non puòreggersi sullemenzogne. Certi tradimenti quindi sono giustificabili. Insisto: tutti dobbiamo esse real corrente della realtà delle cose. I nostri leader ci rappresentano e devono informarci; l’atteggiamento viscido delle talpe e degli informatori non ha niente di raccomandabile, ma... In Irlanda, il mio Paese, anche nei momenti più drammatici fare la spia era considerato la colpa più vergognosa: e invece si sarebbero potute salvare tante vite umane. Èunpunto che varrebbe la pena discutere. Sa custodire un segreto? Semi è stato chiesto espressamente, obbedisco. In passato mi è capitato, e l’ho fatto. Pensa di poter essere un leader? Io? No, per niente, potrei interpretarne uno, ma non sarei mai in grado di sostenere tante responsabilità. Però in una zuffa, dopo tanti film d’azione, saprebbe difendersi. Non mi è mai capitato, non sono mai arrivato a tanto. Seguo ilmonito dei soldati del Special Air Service (un corpo speciale dell’esercito britannico, ndr), addestrati a ogni evenienza: al primo segno di provocazione - in un bar, ristorante, ovunque, esci immediatamente. Lei ha dichiarato che è tempo di allentare i suoi ritmi di lavoro, mah a una decina di progetti. Il25gennaio in Italia uscirà L’ uomo sul treno, un thriller di Jaume Collet-Serra; in autunno la vedremo in W id ows di SteveMcQueen, e si parla di lei come nuovo volto del detective Marlowe inunprossimofilm. Semidannoancora lapossibilità di lavorarea65anni, nonmi tirocerto indietro. Continuano a bombardarmi con sceneggiature di film d’ azione in cui devo battermi contemporaneamente contro cinque tipi più giovani dime, e sgominarli. Infondo, per un anno ce la potrei ancora fare. Poi lasceròperdere: ilpubblico non è stupido. Potrebbe passare alla televisione e scegliere un personaggio alla Jack Bower, quello interpretato da Kiefer Sutherland in 24.
No, grazie, non credo proprio, io non sono uno da piccolo schermo... Scherzo! Mi è stato appena proposto di interpretare Abraham Lincoln per una serie televisiva, ho letto il
pilo temi è piaciuto anche perché il film di S te venSpielb erg raccontava solo una parte della su avita alla Casa Bianca. È un progetto che mi tenta, vediamo cosa succede. Lei ha due figli ventenni, comesela cava coni soci al media? Nonliuso, non sono su Fa cebo ok né su Twitter. Queste frontiere senza legge né regole mi paiono terrificanti e,dalp unto divist apolitico, pericolose. Quando cancella un messaggio, misa dire doveva a finire? Magari sullo schermo di un ragazzo di 15 anni che vive nella nostra stessa città, e lui allora sa tutto di noi. È pazzesco, no? Eppure, seoggivoglio sapere cosa succede in Irlanda, qual è la temperatura aB allyn ah own( un paese a una trentina di chilometri da Galway, ndr) mi bastaunclic: la rete è uno strumento pericoloso, è vero; ma anche, ammettiamolo, incredibilmente straordinario.