Corriere della Sera - Io Donna
QUESTIONE DI IMMAGINI
Quando l’ha chiamata per proporle di candidarsi alle elezioni, Matteo Renz ile ha dato questa spiegazione scherzosa ma mica tanto :« Piaci alle mie nonne ». E lei, che in passato aveva rifiutato un seggio in Parlamento, un ministero nel secondo governo Prodi e un assessorato nella prima giuntaZinga retti, sta volta ha detto sì. E non solo per non procurare un dispiacere alle nonne del segretario delPd. Classe 1947, nata in provincia di Pavia, Carla Cantone, che si candiderà per il Partito democratico in Emilia Romagna, è sta tape ranni la potentissima segretaria dei pensionati della Cigl.Ilri ferimento alle nonne, perciò, non è casuale: Cantone ha la mission di attrarre i consensi degli ultrasessantenni, che, particolare dinonpococonto, sono tragli italiani ancora avvezzi a votare con una certa costanza. Modi garbati ma nel contempo spicci, l’ex leader sindacale è un vero carro armato. Non la fermanessuno, come ricordano bene alla Cgil. Quando era ancora segretaria degli edili si trovòadover affrontareuna riunione conico strutto ridove il suo collega della Cisl, Raffaele Bonanni, non lefe ceda sponda come concordato prima. Eleichefece? Glimollòun pugno davanti a tutti. Bonanni, inviperito per la cattiva figura, chiamò l’allora segretario nazionale della Cisl Sergio D’Antoni per sfogarsi. Il suo interlocutore non credette a una parola: «Dai Carla è così dolce». Ma vicino a lui, durante quella telefonata, c’era un signore che conosce beneCantone: SergioCofferati. Era il leader dellaCgil all’epoca e, sfidandole resistenze del sindacato, aveva voluto una donna ac apodeglie di li che sono tutti maschi proprio perché sapeva di che tempra fosse fatta. Ed è stato lui a convincere D’Antoni: «Credici, credici... se si tratta di Carla tutto è possibile».