Corriere della Sera - Io Donna

AI BAMBINI PIACE L’OPERA

Amori, odi, tradimenti: sul palco sentimenti ed emozioni sono amplificat­i. E conquistan­o anche i PICCOLI SPETTATORI. Per appassiona­rli alla lirica, i Teatri studiano strategie su misura. Con la complicità delle maestre

- di Cristina Lacava

La prima reazione, quasi sempre, è il rifiuto: so già che non mi piace/non l’ascolto neanche morto. Poi però, succede il miracolo: bambini e ragazzi lasciano in unan gologli smartphone e cantano. Non il rap, nean chele canzoni deit al ent. No:l’ o pera. Ormai è un fenomeno, con cifre importanti. Enti lirici, associazio­ni, privati entusiasti mettono in campo iniziative per portare i più piccoli all’opera, rendendoli protagonis­ti sul palco. In spettacoli veri, conl’orchestra, le scenografi­e, i cantanti. Ed ecc oche quel linguaggio astruso li appassiona, la musicali rapisce. Le storie li commuovono. È la vita vera, fatta di carne esangue. Non quella mediata da uno schermo, piccolo o grande che sia. «L’opera va dritta al cuore. Basta avere il libretto, qualcuno che spieghi e il gioco è fatto, perché èuno spettacolo completo, conuna grande potenza» diceMario Acampa, autore e conduttore di TAO: tutti all’opera, il nuovo programma inonda su C lassi caHD(Sky,c anale 138), conl’ obiettivo di avvicinare a questo mondochi se ne sentelonta­no. Comei ragazzi che non hanno sentito mai nemmeno nominare Il barbiere di Siviglia. «Malarealtà­èche quando ci entri, non ne esci più» aggiunge il conduttore. Ed è proprio Il barbiere, tema della prima puntata( a seguire, Tosca e La Traviata ), ad aver già conquistat­o i fan del canale, raddoppiat­i rispetto allamedia. Senonèmai troppo tardiper avvicinars­i, come propone TAO, è anche vero che prima si comincia, più immediato è il risultato. Il Teatro alla Scala ha avviato nel 2014 il progetto Grandi spettacoli per piccoli, fortemente voluto dal sovrintend­ente Alex anderPe re ira, che ne aveva parlato su Io donna nell’editoriale del 2 dicembre: due titoli a stagione (ora c’è Il

barbiere di Siviglia, seguirà L’elisir d’amore), inversione ridottadi 1 ora, conl’orchestra e i solisti dell’ Accademia. A fine spettacolo, i cantanti incontrano i bambini per gli autografie i selfie: 23 le recite previstema non bastano a far fronte alle richieste. Da quando è partito

il progetto, hanno già partecipat­o in 150mila. Stessa opera, si cambia città: andrà in scena ad aprile al Teatro del Maggio musicale fiorentino Il Barbiere di Siviglia della compagnia Venti lucenti, che ogni anno porta sul palcosceni­co 900 alunni di elementari­e medie. Qui lo spettacolo «nonè “per” ma “con” i bambini, che sono attori, cantanti, ballerini» puntualizz­ala regista Manu L al li. Il progetto All’ Operava avanti da 11 anni :« Ormai incontro trentenni con l’ abbonament­o che ho visto da piccoli ». Che cosa appassiona ?« L astoria. I personaggi sono estremizza­ti, la strega è cattivissi­ma, ci sono sentimenti totalizzan­ti. I bambini scoprono emozioni vere. Mi dicono: Manu, ci batte forte il cuore ». Tutti, a gruppi di 300, partecipan­oalla recita al fiancodei cantanti dell’Accademia del Maggio: le serate del

Barbiere sono già sold out. La fedeltà all’originale è assoluta: se nella Carmen“per grandi” proposta di recente dalMaggio, si è stravol- to il finale (con la protagonis­ta che resta viva e vegeta) nella Donna di Siviglia dei bambini andata in scena poche settimane fa, Carmen muore, co meda tradizione. Gli interpreti sono quelli che hanno partecipat­o l’ anno scorso al campo estivo, una vacanza studio diversa dallesoli te, un esperiment­o forse unico in Italia. Meglio la lirica dell’Inghilterr­a.

Ma il progetto a più ampio raggio, che coinvolge addirittur­a 50mila bambini ogni anno, dalla scuola maternaal lemedie, indiversi teatri italiani (a Roma Argentina, Eliseo e Quirino; poi il Comunale di Bologna, il Teatro della Pergola di Firenze, il Pergolesi di J esi e altri ), è Europa In Canto. In questi giorni, l’ associazio­ne sta presentand­o alle maestre (a ogni incontro ne arrivano più di mille, e tutte entusiaste) la nuova app«ch ed arà la possibilit­à di entrare nel teatro, ascoltare l’audiolibro, vivere sul cellulare l’ esperienza del teatro» spiega il direttore artistico Germano Neri. «È uno strumento didattico che affianca quelli tradiziona­li: ogni partecipan­te riceve un libro sull’opera con il cd e un dvd karaoke. Quest’anno facciamo Aida, con solo qualche taglio per nonappesan­tire». Il lavoro dura mesi: si parte con la formazione dellemaest­re che poi vanno avanti in autonomia, con il lavoro in classe. Il linguaggio desueto non spaventa: «Anzi, c’è la curiosità di cercare il significat­o delle parole astruse ». Nel gran finale, in teatro, i bambini indossano i costumi realizzati da loro, e salgono sul palco per affiancare i cantanti nelle arie più celebri. E pazienza per le storie tragiche. «I sentimenti sono attualissi­mi: l’amore, il tradimento, la vendetta, il coraggio. Radamese Aida finiranno nella tomba, madaeroi, saranno idealizzat­i ». Nessuno stravolgim­ento del testo, nessuna modernizza­zione. L’ opera piace così com’è: vera.

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La fiaba di Don Carlo messa in scena al teatro del maggio musJcalF orFnUJno qualche anno fa. Sul palcosceni­co, centinaia di bambini.

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