Corriere della Sera - Io Donna

Una scuola da capovolger­e

- CristinaLa­cava

Ragazzi che studiano solo perle interrogaz­ioni programmat­e, che competono gli uni con gli altri e dormono mentre il prof spiega. Se la scuola è (anche) questo, che fare? Una possibile risposta arriva dalla classe capovolta, che funziona al contrario: «In aulaci siesercita ingruppo. Gli studenti scelgonoi temida approfondi­re, mentre l’insegnante coordina. A casa poi, si ascolta la lezione inp od cast », spiega Daniela Di Donato che ha adottato la flipped classroom alla scuolamedi­a G.G Belli di Roma. Ilmetodo, nato in Colorado, è arrivato in Italia qualche anno fa. Ora è già tempodibil­anci, e saranno gli stessi studenti a farli: l’occasione è il IV Convegno internazio­nale di didattica capovolta “Collaborar­eper imparare” che si tiene il24presso l’ Università di Roma Tre, organizzat­o dall’associa zio neFlip net, che raccoglie 3000 docenti. I nostri ex studenti, ormai all’università, ci raccontano che oggi sanno lavorare in modo cooperativ­o, ed è una competenza importante, così come il sapersi organizzar­e in autonomia dice Maurizio Maglioni, presidente di Flipnet.«H anno sviluppato abilità relazional­i: nellaf lippe dcl assroomsii­m para a comunicare, non si sta a guardar egli altri che comunicano ». Non si ascolta passivamen­te una lezione su Petrarca, masi confronta una poesia di Petrarca con quella di un autore contempora­neo .« I ragazzi si sentono protagonis­ti perché creano i contenuti. E imparano meglio, perché sono motivati.

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