Corriere della Sera - Io Donna

L’AROMA DEL DESIGN

Accessori italiani, minimalism­o giapponese. Con un designer che descrive il suo lavoro come uno chef

- NAVA DESIGN di Virginia Ricci

Chiedere a un designer qualche informazio­ne sulle sue borse, spesso, vuol dire ricevere aneddoti su linee et ex ture, cromie e finiture. E poi c’ è un’ altra categoria di risposte: «Per ogni brand cerco di fare oggetti normali. Un obiettivo difficile, perché tutti vogliono oggetti speciali. Machiunque ha una parte conscia e una inconscia: e io comunico conl’inconscio. Attraverso­una semplicità che dev’essere subito compresa». A parlare è nona cas oN aotoFukasa­wa, industri al designer giapponese d’ indole filosofica. Inossidabi­le partner di N ava Design perla creazione di borse, zainieacce­ssori d’ uso tecnologic­o e quotidiano, do vele idee di Naoto prendono forma in un minimalism­o assoluto. Un connubio facile quello conNava, marchionat­onel 1970 da un teamdi designer che, negli anni, ha visto susseguirs­i la collaboraz­ione di nomi come Ettore Sottsass, Enzo Mari e Bob Noorda, N endo eKarimRash id. E naturalmen­te Fukasawa: classe 1956, parte del comitato consultivo di design diMuji (ricordate il primo lettore CD bianco a parete del celebre marchio giapponese?) nonché mente della collezione Mila nodi N ava Design dal 2015. «Quando guardi una borsa puoi dire “la voglio”. Ma non per forza penserai “voglio usarla”, ed è questo secondo desiderio ad avere più importanza. Quandodise­gno, invece che pensa reame stesso o a ciò che vorrei, guardo all’ esperienza condivisa: situazioni che viviamo tutti nello stessomodo». In vista dell’ imminente Salone de Mobile milanese (« Un evento stupendo: voi italiani siete bravissimi a individuar­e ciò che è bello e “giusto”»), Naoto si distacca dal più classico nero sperimenta­ndo toni ghiaccio obu rg undy.Senz amai perdere di vistal’usodi pellami speciali, zip posizionat­e a regola d’ arte o manici inseriti con precisione millimetri­ca. Perché è l’ impatto con l’ oggetto a creare l’esperienza, che dovrà essere inimitabil­e. Anzi, iconica, usando una fra le parole preferite diNaoto, che parlando del suo lavoro si descrive quasi come uno chef: «Il design? È come una zuppa che cucinoamod­o mio, e quindi unica. Sarà poi il confronto c on ognib rand a infonderle quel gusto che, con altri marchio altre culture, non potrà mai avere lo stesso aroma ».

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