Corriere della Sera - Io Donna
LA MUSICA ANNULLA LE BARRIERE
Avevo quattordici anni quando ho passato quell’incredibile mese a NewOrleans. Erogiàunmusicista, suonodaquandoavevosetteanni e a nove facevo già parte di un gruppo di adulti. Lì, nella città di Louis Armstrong e Wynton Marsalis, il posto che è la patria dellamiamusica, il jazz, hovissutoperunmesecomeunodel luogo, suonandoneiclub, suibalconiaffacciati instrada, nelle
nonunturista, maunodi loro. Nessuno pareva accorgersi che fossi un ragazzino, così ho visto che lamusica annulla la differenza anagrafica: siamo tutti bambini quando ci lasciamo trasportare e condividiamounapassioneforte e totalecheci fa starebene. Quell’esperienza è stata fondamentale, si è radicata in me, e oggi l’homessa tutta nell’ultimo disco che ho inciso con ilmio nonetto, cioè, suoniamoper lemance, che è la frase cheimusicisti di strada di NewOrleans scrivevano sui loro cappelli per raccogliere spicci e vivere.
Un paio di anni dopo, era il 2005, ho incontrato Jackie McLean, che èuno deimostri sacri del sassofono, ilmio strumento. Ero a NewYork, la città che piùmi attrae, dovevo aprire un suo concerto, suonare prima di lui in un locale storico del jazz. Durante ilmio cioè le prove che si fanno permettere a punto il suono, McLeansi è seduto in sala appostaper ascoltarmi. Ero emozionatissimo, io, sedicenne, stavosuonandodavanti a unmiomito. Finite le prove, McLean è venuto dietrolequinte, mihabaciatoinfronteehadettoGodbless
cheDio ti benedica. Di nuovo lamusica aveva annullatoognibarriera: nonc’eraladistanzatrala“giovane promessa” e l’affermato artista, niente separazione magari dettata dalla paura che il nuovo possa spazzare via il vecchio.
Oggi, chediannineho28, houn’agendadiconcertipienissimaeovunquevadamiritrovosupalchi senzaconfini. Presto andrò in Iran, a suonare al FajrMusic Festival, e so già che anche in un Paese che nellamente di tuttinoièculturalmentelontanissimodal jazz, miritroverò sul palco a condividere suoni e ritmi, senza confini. Poi andrò in Giappone, e infine tornerò in Sicilia, a Vittoria, lamiacittà. MaNewYorkchiama, consempre più forza, e non homotivo di resisterle.
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