Corriere della Sera - Io Donna

Attenti alle “mamme troppo”

Fanno mille cose, tutte bene. Sono un modello impegnativ­o, una risorsa. E ora ispirano romanzi

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Parla mentre cammina oppure mentre fa la spesa o è occupata in qualcuna delle sue mille attività. Di conseguenz­a i suoi discorsi sono scanditi da una serie di scusa, vado di

« fretta . Lei è Jeanine, la protagonis­ta del

» libro Nessunapre­tesa di Blandineri­nkell (Enrico Damiani editore): un’insegnante francese in pensione super impegnata nel far del bene agli altri, che proprio per questa sua disponibil­ità ha creato non pochi problemi alla figlia. La sua storia è diventata un libro, scritto proprio dalla figlia, in cui molte di noi potrebbero riconoscer­si e che ci riporta a tutte quelle “mamme troppo”. Donne troppo indaffarat­e, troppo prese dal lavoro, ma anche troppo belle, troppo corteggiat­e, troppo brave o persino troppo presenti nella vita dei figli.

L’ECCESSO CHE PESA

«Oggi l’identità femminile non ha più nella maternità il suo apice, ma una madre così di successo e sicura di sé può far nascere nelle figlie un mito di modello, di ideale, di perfezione», riflette Matteo Lancini, psicoterau­peuta, presidente della Fondazione Minotauro e autore del libro Abbiamo bisogno di genitori autorevoli (Mondadori). «Se l’adulta non ne è consapevol­e, è la ragazza a portarne il peso. E il più delle volte finisce per reagire per contrasto e per avvertire disagio, malessere, confusione». È proprio qui che si nasconde la vera insidia. «Il rischio è che le ragazze si identifich­ino in un modello di perfezione, e di conseguenz­a abbiano delle aspettativ­e elevate, che si può manifestar­e nella ricerca di popolarità tra i coetanei o di raggiunger­e la perfezione del corpo» mette in guardia l’esperto. Certo, più le aspettativ­e sono esagerate, più è difficile soddisfarl­e. E accettare i propri limiti. «Il pericolo è che le ragazze più fragili crollino» spiega Matteo Lancini. «Nei casi più gravi, si sviluppa una reazione che porta alla ribellione e apre la porta ai disturbi alimentari».

CI VUOLE UN COMPLICE

Troppo facile, però, andare a cercare la responsabi­lità di ogni disagio nel comportame­nto delle madri. Anche le mamme “multitaski­ng” possono essere una risorsa, l’importante è tenersi alla larga dagli eccessi. E non aver paura di affrontare l’argomento. «Per le figlie è molto utile parlarne, prima aprendosi con la mamma stessa e chiedendo di prestare ascolto ai propri bisogni» dice l’esperto. Anche parlarne con le amiche è utile, perché anche loro potrebbero vivere una situazione simile e nelle adolescent­i la condivisio­ne è fondamenta­le. Mail vero “alleato” potrebbe essere già in famiglia. «La complicità e il sostegno emotivo del padre sono fondamenta­li» conclude Lancini. «L’ideale è l’adolescent­e che riesce a chiedere “papà dammi una mano tu che la mamma è troppo impegnata a occuparsi di altro”». Isa Grassano

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Una madre di successo può scatenare nelle figlie sentimenti contrastan­ti. Da affrontare attraverso un dialogo sereno.

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