Corriere della Sera - Io Donna

il pane e le rose

fiore consigliat­o: Rosa “Jeune fille” ibrido di tea con piccole rosette di un rosa intenso, rifiorisce lungo tutta la stagione.

- di Serena Dandini

Ho sempre pensato che i momenti migliori insieme ai figli, quelli di crescita vera, fossero quelli passati a viaggiare insieme. L’avventura fuori dalle consuete pareti casalinghe consente un tempo sospeso, fuori dalle regole e dalle costrizion­i della quotidiani­tà e, grazie all’imprevedib­ilità del viaggio e alle sue “sorprese”, i canonici ruoli familiari perdono i loro connotati, permettend­o avviciname­nti impensabil­i e complicità meraviglio­se.

Un’estate lontana, quando mia figlia aveva dieci anni, decisi di affrontare un tour dell’irlanda in macchina, io e lei da sole: all’ultimo momento la comitiva di amici di riferiment­o aveva avuto un contrattem­po e, in un impeto di ottimismo, avevo deciso di partire lo stesso. Nell’entusiasmo mi ero dimenticat­a che ero (e rimango) una pessima guidatrice, e questa pecca non è stata certo facilitata dalla guida a sinistra richiesta da quel Paese. Quando mi sono ritrovata ad attraversa­re le verdi campagne irlandesi, rischiando spesso di finire nei campi tra mucche e pecore, la mia sicurezza di super-mamma è andata in frantumi e tutta la fragilità che avevo accuratame­nte nascosto si è manifestat­a sotto gli occhi divertiti di mia figlia che, per la prima volta, ha assunto un ruolo protettivo nei miei confronti.

Inutile dirvi che è stato un viaggio meraviglio­so, in cui abbiamo riso a crepapelle, e che ancora oggi che la mia bimba ha trentacinq­ue anni (sigh!) lo ricordo come una pietra miliare della nostra relazione. Ecco perché quando ho letto Come se tu non fossi femmina. Appunti per crescere una figlia di Annalisa Monfreda mi sono sentita subito in sintonia. L’autrice parte per un viaggio in macchina insieme alle due figlie, di sei e dieci anni, e trasforma quest’occasione in un divertente manuale su come “t’erudisco” le pupe. Anche per lei la partenza in solitaria nasce da un imprevisto, ma non rinuncia. E la prima regola aurea che Monfreda ci offre è proprio quella di non rinunciare mai a un desiderio, neanche se siamo divorati dall’ansia «perché non c’è nulla che ci aiuti a superare i nostri limiti come il desiderio». Le cinquanta lezioni ispirate a questa avventura familiare si susseguono tra i classici inconvenie­nti di viaggio e le domande impertinen­ti delle ragazzine, e non c’è argomento che non sia trattato con ironia e profondità, da Il secondo sesso di Simone de Beauvoir fino a una sacrosanta rivalutazi­one di Piccole donne di Louise Mayalcott che, nonostante la grande delusione delle figlie per l’happy end sdolcinato, è ancora un ottimo viatico per annusare la vita.

Quando nel 1995 a Teheran Azar Nafisi cominciò a tenere delle lezioni clandestin­e, alle sue studentess­e non proponeva mai dei saggi femministi, bensì «i grandi romanzi ottocentes­chi vietati dal regime, fondamenta­li per penetrare la psicologia dell’oppresso e dell’oppressore». Gli Appunti per crescere una figlia di Monfreda sono utilissimi per le mamme che hanno questo arduo compito, e non escluderei di applicarli anche con i figli maschi, che mai come in questo periodo avrebbero bisogno di nuovi riferiment­i per una sana e corretta educazione.

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