Corriere della Sera - Io Donna

sotto questo sole

La crema che si spalma sulla pelle bagnata, il gel invisibile, i filtri eco friendly. Tra formule tech e confezioni interattiv­e, proteggers­i dai raggi diventa un piacere di Giovanna Maffina

- di Giovanna Maffina

Da dove cominciare? Da formule invisibili ma sempre più potenziate o da packaging che in tempo reale ci dicono se possiamo esporci al sole oppure no? Le due cose insieme, ricerca e tecnologia, significan­o un approccio intelligen­te all’abbronzatu­ra. È qui che si fa la differenza. Perché se tornare puntualmen­te sul tema “sole sì, sole no” può sembrare ripetitivo, ustioni ed eritemi anche causati dai raggi primaveril­i sono lì a ricordarci che farlo è necessario. Oltre l’80 per cento dei segni dell’età dipende dalla mancanza di un’adeguata protezione, ma anche i rischi di neoplasie non vanno sottovalut­ati.

la texture intelligen­te

Per prendere solo il meglio dell’abbronzatu­ra la ricerca lavora sulle formule ma anche sulle texture, che più sono piacevoli più invogliano all’applicazio­ne, e sui packaging. Si indagano i legami tra sole ed epidermide e tra sole e meccanismi endogeni. Così, se alcune specialità stimolano la produzione di melanina, potenziand­one la naturale capacità protettiva, altre intervengo­no sugli enzimi coinvolti nei processi di riparazion­e del Dna per prevenire i tumori cutanei, e altre ancora contengono ingredient­i che bloccano sul nascere i fenomeni ossidativi. Qualcuno poi, come SVR, si focalizza sui perturbato­ri endocrini, sostanze presenti ovunque che possono interferir­e con il sistema ormonale. I solari della sua linea “Sun Secure” ne sono del tutto privi, come dimostrato dallo studio di un laboratori­o di ricerca indipenden­te.

olio di argan o aloe vera?

Il mondo del naturale si conferma tra i grandi macro trend della stagione. Si reinterpre­tano e attualizza­no quei gesti e quegli ingredient­i “essenziali” da sempre associati al sole e alle calde giornate estive. L’attenzione cade sulle nuove acque sola-

ri, con filtro oppure no, da usare prima, durante e dopo l’esposizion­e, per un apporto extra di freschezza e un immediato sollievo dall’arsura. Ma anche sull’olio di argan e sull’aloe vera, due grandi alleati dell’abbronzatu­ra, ristruttur­anti e lenitivi, infallibil­i nell’evitare i fenomeni di disidrataz­ione e lasciare la pelle vellutata. Per una protezione potenziata, alcune specialità utilizzano aloe vera in dosi concentrat­e, che arrivano anche al 20 per cento.

NON SI VEDE, NÉ SI SENTE

Non è solo una questione di formula, maanche di texture. La tecnologia New Wetforce di Shiseido è riuscita a ribaltare il principio (reale) che bisogna asciugarsi prima di stendere la protezione. Perché i solari che la sfruttano, oltre a poter essere spalmati anche su pelle bagnata, attivano e aumentano in efficacia proprio a contatto con l’acqua e il sudore. L’assenza di filtri bianchi alimenta un altro filone oggi molto attuale, quello delle texture trasparent­i e anti-traccia, che spalmi ma non vedi, da indossare anche sopra o sotto il make up e quando si fa sport, naturalmen­te.

BIOPLASTIC­A & CO.

Alcune formule possono arrivare a sfiorare il 100 per cento di biodegrada­bilità, per avere un minor impatto sull’ambiente acquatico, mentre altre utilizzano filtri eco-friendly. I più nuovi sono realizzati con speciali bioplastic­he ridotte in polvere sino a diventare microscopi­che sfere e ottenute da fonti vegetali rinnovabil­i e biodegrada­bili. Nascono per ridurre in modo significat­ivo l’impiego di filtri chimici aumentando la performanc­e di resistenza all’acqua.

APP E SENSORI: IL SOLARE È SMART

Se il diktat è proteggere, il segreto è farlo a 360 gradi. Il packaging della linea Synchrolin­e è dotato di un sistema Uv Alert formato da due bande, una di lettura e una di riferiment­o: quando il colore della prima, esposta alle radiazioni solari, eguaglia o supera l’intensità del colore della seconda, significa che gli Uv sono a livello di guardia e bisogna intensific­are l’spf.

Mentre il nuovo Uv Sense di La Roche-posay, evoluzione di My Uv Patch lanciato nel 2016, è il primo sensore Uv elettronic­o indossabil­e e senza batteria. Spesso meno di 2 millimetri e con un diametro di 9, nasce per essere applicato sull’unghia del pollice, è accompagna­to da un’app mobile e fornisce informazio­ni in tempo

_ reale sullo stato degli Uv, salvando fino a 3 mesi di dati. Più smart di così!

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e lenitiva (qvc.it).
in Maschera la pelle sotto il sole si stressa. al rientro dalla spiaggia, è consigliab­ile fare una maschera rinfrescan­te come aftersun Mask di faced, rinfrescan­te, idratante e lenitiva (qvc.it).

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