Corriere della Sera - Io Donna
nuovi talenti
Comasca, 24 anni, globetrotter. Posta su Instagram le suggestioni dei suoi viaggi, e le collezioni nascono da qui. “Penso io a tutto, qualche volta faccio pure il pony express...”
chi
Da piccola, disegnava su figurini di moda trovati online. Oggi, gestisce in autonomia tutti i profili social legati al suo brand e quando lavora, per darsi la carica, ascolta Rihanna. Una vera millennial, la stilista di Como Angelia Corno: classe 1993, nel 2016 ha lanciato la prima collezione firmata Angelia Ami sfruttando una piattaforma virtuale di raccolta fondi e finanziamento collettivo. Si è praticamente gettata nel fashion business subito dopo gli studi, un vero salto nel vuoto, ma ha funzionato: con la primavera-estate 2018, è già alla sua sua terza stagione.
cosa
«Nelle mie collezioni convivono anime differenti, proprio come nel guardaroba di ogni donna. Dove modelli più sofisticati e dal forte impatto visivo si accompagnano a capi basici (i classici “passepartout”) o vintage, come quelli che tutte abbiamo ereditato dalla mamma o dalla nonna». Un insieme di stili e un gioco di opposti diviso fra rigore e fantasia, tocchi minimali e frivolezze, alla ricerca dell’alchimia per vestire la femminilità contemporanea. Da vera nativa digitale, Angelia sogna di conquistare la fa-
mosa blogger newyorkese Leandra Medine di Men Repeller, trentenne in carriera dalla forte personalità. «Vedere un mio capo su di lei sarebbe incredibile!» spiega la designer.
come
Sempre connessa, ma anche molto indipendente: «Non guardo le sfilate, ogni mia collezione nasce da un viaggio. Le nuove mete rappresentano momenti di evasione con cui rinasco completamente. Una fuga dal mondo della moda». Come l’ultimo intrapreso con il cane Ettore, a piedi da Milano a Roma, che ispirerà la primavera-estate 2019; o quello in India, fucina di idee sia per la stagione in corso sia per il prossimo inverno.
Il suo “taccuino” sono le Stories di Instagram che, una volta tornata nell’atelier milanese (nonché salotto di casa), traduce in un moodboard destinato ad arricchirsi in modo imprevedibile: «Mi lascio influenzare da tutto ciò che mi circonda, potrebbe essere anche la signora incrociata in metropolitana».
perché
Arriva poi il momento degli schizzi su carta e dei grandi giri in macchina «alla ricerca di tessuti e fornitori». Un percorso produttivo che si snoda nel Nord Italia e che la giovane stilista segue dall’inizio alla fine. Se necessario, «faccio anche il “pony express”» confessa. «Aver passato due anni a creare una cosa completamente da sola ti permette di imparare proprio da tutto. Chi fa da sé...».
Ed è solo l’inizio: «Non mi interessa realizzare un marchio che tocchi il picco del successo e poi muoia, sto lavorando per un progetto che prosegua nel tempo» afferma con convinzione. E quando le chiedi se ha un mentore, risponde: «Il mio sogno sarebbe stato lavorare con Consuelo Castiglioni (direttrice creativa di Marni fino al 2016), ma ora non lascerei mai il mio brand per qualcun altro. Per nessuno al mondo abbandonerei Angelia Ami».