Corriere della Sera - Io Donna

paolo hendel

- di Maria Laura Giovagnini

“Quando la geriatra ha pensato che fossi io da visitare e non mia madre, non è stato piacevole” confessa PAOLO HENDEL. Elaborato lo “shock”, ha scritto un libro sul tema, un vero MANIFESTO PER LA VECCHIAIA LIETA. Qui spiega perché. Rivendican­do il primato di “rottamator­e”

Di vecchiezza/la detestata soglia... Il caro tempo giovanil/ dell’arida vita unico fiore» declama Paolo Hendel nel suo f iorent ino doc (“Solo il mio nonnino sosteneva che discendiam­o da Georg Friedrich Händel”).

Non esagera - giusto un filo - Giacomo Leopardi col pessimismo?

«Emimnermo:“avanzal’amaravecch­iaia/ che rende insieme orribili e malvagi”! Esagerano sì, ma capisco. Da ragazzo, se leggevo “Pensionato di 65 anni investito”, pensavo: “A quell’età, ha dato”. Un accidenti! Oggi, raggiunti i 66, so d’avere un sacco di cose da fare e da dire». La riprova? La giovinezza è sopravvalu­tata (Manifesto per una vecchiaia felice), scritto con Marco Vicari e con il contributo della geriatra Maria Chiara Cavallini (Rizzoli).

Cosa le è venuto in mente di affrontare un tema che, in genere, si preferisce rimuovere?

E si sbaglia: l’unica soluzione per non invecchiar­e è morire prima, non mi pare granché... Un giorno ho accompagna­to mia madre dalla geriatra: mentre - in sala d’attesa - aspettavo che uscisse dal bagno con la badante, la dottoressa ha aperto la porta, mi ha guardato: “Prego, tocca a lei”. Era il secondo avvertimen­to.

Era già successo qualcosa?

Sono un “primiparo attempato” (ho avuto mia figlia Marta a 54 anni). Un giorno la bidella l’ha avvisata: “Oh, ti è venuto a prendere il nonno!”.

Ma quando inizia la vecchiaia?

Come diceva il professor Francesco Maria Antonini - uno dei pionieri della geriatria - comincia quando... ti senti vecchio. L’importante è non perdere mai la curiosità, la passione, la capacità di indignarsi, l’interesse per la lettura. Jorge Luis Borges sosteneva: “Chi non legge è masochista”. Io in certi periodi lo sono, comunque ci sono anziani

che leggono unicamente la tabella dell’oculista o la bolletta della luce! Azzarderei un paradosso...

Azzardi.

La vecchiaia è una roba da giovani, va affrontata con le prerogativ­e che in genere sono loro proprie: entusiasmo, ottimismo per il futuro. E invece da ragazzi non si apprezza la giovinezza, capita che la si sprechi. “Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia!” cantava Lorenzo il Magnifico (non mi riferisco a Jovanotti, eh).

Via, forse specificar­e è eccessivo.

Mah. Una volta l’ignoranza era un limite che si cercava di superare, adesso prevale il “Sono ignorante e me ne vanto”.

Cosa dovrebbero sapere i giovani per diventare vecchi felici?

La nostra è una delle epoche più difficili per loro, non c’è lavoro, si è persa la fiducia: io avevo la speranza di cambiare il mondo, quelli dai 17 ai 27 per me sono stati gli anni dell’impegno politico (chissà, forse per questo dopo ho avuto voglia di fare il grullo e di salire sul palco a giocare e scherzare). Suggerirei di guardarsi dentro e guardarsi attorno, di curare i rapporti con le persone e di vincere la sensazione di paura che ormai ci porta a osservare gli altri con sospetto. Se si vive come una cittadella assediata, tirando su il ponte, ci si prepara a un’esistenza sterile.

“L’altruismo è una forma di egoismo” ripete il Dalai Lama, benché Paolo Sorrentino in Loro 2 attribuisc­a la frase a Ennio Doris.

Ne sono convinto. In seconda media scrissi in un tema che i santi sono fortunati perché godono nel fare il bene agli altri, in fondo è un atto egoista. Il professore mi mise 5.

Perché “la giovinezza è sopravvalu­tata”?

Se riesci ad attraversa­rla intuendone l’importanza, ogni stagione haun suo valore.

I pro della vecchiaia?

Il dolce far niente. Nel mio caso, concerderm­i i video giochi! Mi ha molto preso The legend of Zelda, ge-nia-le, con l’eroe che combatte i cattivi... La sera è mia figlia che ordina: “Babbo, basta, vai a letto!”. Capisci che “la vitaèunbal­occo”,comemiammo­niva Mario Monicelli quando mi vedeva preso da travagli senza particolar­e importanza. Che non era un invito ad affrontarl­a con superficia­lità, ma con la giusta leggerezza. E, soprattutt­o, con ironia. Lui non si è mai preso troppo sul serio: “Maestro a me? E che siamo, alle elementari?”. A una certa età non si temono i giudizi, c’è meno ansia da prestazion­e. A proposito: la visione dell’erotismo per gli over nel libro non incoraggia.

Mano, racconto persino di amici più grandi di me che praticano il sesso tantrico! Se c’è piacere, amore, spontaneit­à va bene tutto. Però mi premeva sottolinea­re che non è obbligator­io vantarsi di farlo tre volte a settimana... Io non me ne vanterei, non è nel mio carattere. E comunque non è il mio caso (ride).

Il segreto per invecchiar­e con dolcezza e non da acidi brontoloni?

Mhmmm, non saprei. Però succede che si perdano le asperità. Mio padre è sempre stato uno sciupafemm­ine col mito della virilità, disattento verso la famiglia. A 80 anni un giorno è stato ricoverato al pronto soccorso accanto a un altro malato. Bene: senza guardarsi in faccia hanno allungato il braccio e si sono presi per mano. Gli infermieri - commossi - non avevano il coraggio di spostarli.

Chi rappresent­a un esempio di “invecchiam­ento felice”?

I Rolling Stones, che hanno 300 anni in quattro e sono i veri vincitori della storia del rock (problemi alla prostata a parte), leggende pur non essendo morti anzitempo. Tina Turner, malgrado la vita drammatica per le violenze. Ma si sa, le donne sono sempre più avanti. In terza media la ragazza più carina della classe mi guardò intensamen­te: “Hai bellissimi occhi verdi”. “Sì, e le mutande blu!” risposi per l’imbarazzo. Risultato: non mi ha più rivolto la parola.

E Bruce Springstee­n no?

Come si fa a considerar­lo anziano?

Peccato per la debolezza di tingersi i capelli.

Beato lui che ce l’ha!

Carcarlo Pravettoni, la sua creatura, come vedrebbe la vecchiaia?

È stato (prima di Renzi) l’inventore della rottamazio­ne. Sosteneva, dieci anni fa: “Per voi anziani, variamo il progetto capolinea. Slogan dell’operazione: porta il nonno a rottamare. Ovvero: fondi l’anziano fuso”.

Ora avrà cambiato la prospettiv­a.

Hacambiato­faccia. Conillifti­ng.

“Il primo giorno delle elementari la bidella ha detto a mia figlia: “Oh, è venuto a prenderti il nonno!”

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Paolo Hendel, 66 anni, ha appena pubblicato per Rizzoli La giovinezza è sopravvalu­tata.

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