Corriere della Sera - Io Donna
il buono e il cattivo
itelefoni cellulari, inutile citare modelli o varianti, sono un po’ come i mezzi a due ruote nelle grandi città disastrate da un traffico impossibile, una per tutte Roma. Dipende da come guidi, insomma da come governi il mezzo. Puoi lanciarti sulla moto a 80 chilometri orari, zigzagando tra autobus e pedoni, e finirai per farti male. Oppure puoi procedere con un tranquillo motorino a 40 all’ora tenendoti sulla destra, dando la precedenza sempre a chiunque attraversi la strada, e magari godendoti anche le strade e le belle giornate. Torniamo al telefono portatile. Sei in fila dal medico, o hai due ore di viaggio in treno da affrontare, o l’aereo che ritarda. Puoi rimbecillirti dietro ai giochini. Ma puoi anche usare quel ponte verso il mondo informatico in un altro modo: rileggersi le poesie dimenticate di Montale, rivedere la data di quella remota guerra di cui avevi letto chissà dove, informarsi bene sul grande pittore protagonista della mostra dell’anno nella tua città. Siamo noi i padroni della nostra vita, con le nostre scelte quotidiane, anche nei dettagli: non “loro”, ovvero i telefonini. Devono restare i nostri strumenti. Ma dipende solo da noi.
E sistono almeno50potenziali sconosciuti che ogni giorno, se abbiamo il telefonino con la batteria carica, rimarranno tali. Al bancodel pesce, in fila alla posta o alla cassa del supermercato, sui mezzi pubblici, nelle sale d’aspetto del dentista, negli ascensori delle grandi aziende o degli enti pubblici. Con la testa rivolta verso lo schermo dello smartphone o dell’ipad, un pezzo di Paese ci scorre accanto mentre noi ci priviamo della curiosità di afferrarlo, anche solo per qualche istante. La paura degli altri, uno dei mali del secolo che sta avendo ripercussioni anche in politica, ha radici antiche e ragioni economiche. Però la si spiega anche così: gli altri, ormai, neanche li guardiamo più in faccia. E, come tutte le cose sconosciute, ci mettono apprensione e tendiamo a starne lontani. Per spezzare l’incantesimo di questo gigantesco circolo vizioso, basterebbe imporsi delle regole. Dedicare un terzo del tempo di un viaggio in treno a indagare sul vicino di posto. O autoimporsi un mini digiuno dai social quando si aspetta dal medico. Accettare una caramella da uno sconosciuto potrebbe essere quel piccolo passo per l’uomo che rende migliore l’umanità. Un po’ come quello di Armstrong, quando mise piede sulla Luna.
la tEc nolo giaci ha davv Eros Emp li ficatol avita? scr iv E tE ci aio donna. parli amo ne@rcs.it.
la rubrica torna il 9 giugno.