Corriere della Sera - Io Donna
Non scendo, ma mi fermo
Ditemi che non è vero. O che c’è una soluzione, se davvero le donne a metà carriera, dopo aver già percorso metà del cammino, forse proprio quello più delicato, abbandonano i sogni di gloria e si fermano, come ci dice la nostra inchiesta a pagina 71.
Perché capisco lo scoraggiamento delle giovani, laureate presto e bene, eterne stagiste, davanti a contratti farlocchi, situazioni precarie, colloqui ambigui, avance non gradite. Conosco la fatica e la solitudine di chi si arrende al primo figlio, perché la famiglia d’origine è lontana, le nonne lavorano ancora, i mariti non aiutano abbastanza, gli asili nido costano troppo e fatti due conti conviene stare a casa piuttosto che dare tutto lo stipendio a chi si gode il bebè.
Ma ora cominciano a ripensarci anche le dirigenti, quelle che quasi ce l’hanno fatta, che erano il modello per tante. È come se nei pensieri irrequieti delle donne cominciasse a rifarsi strada quella domanda semplice ma potente, “è tutto qui?” che nel 1963 portò l’americana Betty Friedan a scrivere il celebre saggio La mistica della femminilità. Se lo domandavano allora le casalinghe frustrate che avevano abbandonato i sogni di realizzazione professionale per dedicarsi alla famiglia. Casa linda, figlio paffuto, marito stirato... è tutto qui? Da quella domanda e da quell’indagine partì l’emancipazione femminile degli anni Settanta.
Oggi, anno 2018 dell’era digitale, è curioso che inizi a serpeggiare lo stesso interrogativo proprio tra chi ha stretto i denti per tanti anni, donandosi con generosità al lavoro. È tutto qui? Carriera e stipendio? Non c’è davvero altro? Non c’è un senso, una visione, una direzione? Dove sono la felicità e la vita? Perché se le regole sono opache, la competizione impari, il conflitto permanente, la complessità ingestibile, la pressione insostenibile, l’unica risposta sana, forse, è fermarsi. Come dicono i ragazzi: ci sta. E ci sta pure che a dire che il gioco non vale la candela siano, insieme, per prime, le donne, che sono concrete, e i giovani, che sono puri. Loro sì, tutti insieme, maschi e femmine. Alla ricerca di vie alternative. E chissà che proprio da loro e da quella domanda antica, è tutto qui?, non nasca un modo diverso di lavorare, e quindi di vivere. Una terza via tra il nulla e il troppo. Io ci spero.