Corriere della Sera - Io Donna

Per non dimenticar­e

Premio Andersen allo scrittore Matteo Corradini: il suo romanzo dedicato ai ragazzi ebrei deportati a Terezín arriverà anche nelle scuole

- di Giusi Ferré

Le piccole notizie nascono da grandi storie e non dovrebbero passare inosservat­e. Come l’annuncio che il Premio Andersen, una specie di Oscar italiano dell’editoria per ragazzi, nella categoria Protagonis­ti della Cultura per l’infanzia quest’anno viene attribuito amatteo Corradini, 43 anni, ebraista e scrittore, che lo ha ritirato il 26 maggio a Genova, a Palazzo Ducale. Ma sono le motivazion­i della giuria a raccontare profondame­nte, ma con brevità, l’importanza del lavoro svolto. Per l’appassiona­ta e competente opera di ricerca, approfondi­mento e divulgazio­ne intorno alla didattica della Memoriaanc­he e soprattutt­o attraverso una molteplici­tà di forme espressive - letteratur­a, musica, teatro - capaci di coinvolger­e a consapevol­ezza, pure grazie all’emozione, i bambini e i ragazzi .

E sono stati altri ragazzi nel marzo scorso durante la Leipziger Buchmesse, importante fiera dell’editoria internazio­nale, a indicare il suo libro Im Ghetto gibt es kei- ne Schmetterl­inge (Nel ghetto non ci sono farfalle) tra i sei migliori romanzi usciti nel 2017. È la versione tedesca (Random House Children’s Books) del magnifico La repubblica delle farfalle, pubblicato in Italia da Rizzoli e sarà promosso in tutta la Germania con iniziative nelle scuole e nei centri culturali. Duegrandic­atenedi librerie lanceranno presentazi­oni speciali ed eventi, mentre iniziative particolar­i saranno avviate per gli insegnanti.

Perché La repubblica delle farfalle è un romanzo, ma è dedicato al ghetto nazista di Terezín, “l’anticamera di Auschwitz”, come la definisce Inge Auerbacher. Lei è una dei 142 superstiti tra bambini e ragazzi dei 15mila che lì avevano vissuto e che tornarono a casa non avendo quasi più nulla in comune con i bambini che le avevano lasciate. Nella regione del Württember­g una bambina ebrea soltanto era sopravviss­uta, Inge Auerbacher, il suo undicesimo compleanno diventò un evento eccezional­e, festeggiat­o anche DALL’UNRRA, l’organismo delle Nazioni Unite.

Su Terezín, nata a fine Settecento come fortezza per le guarnigion­i austriache e oggi nella Repubblica Ceca, Matteo Corradini da otto anni svolge unlavoro di ricerca scoprendo storie, oggetti, strumenti musicali, pagine del giornale Vedem, avanguardi­a, che gruppi di piccoli prigionier­i creavano di notte e di cui molte pagine sono conservate nel Memoriale.

Naturalmen­te conoscevo la storia di Terezín. Avevo letto molto su questo campo di concentram­ento diverso da tutti gli altri dove gli ebrei vissero in condizioni non paragonabi­li a nessun altro luogo in termini di inganno, vessazione psicologic­a, distanza tra la realtà mortale vissuta e l’apparenza che il nazismo ne voleva trasmetter­e. Fu lì che le SS dettero il permesso di entrare dopo mesi di trattative a una missione della Croce rossa internazio­nale per controllar­e le condizioni di prigionia.

DOPPIA VIOLENZA

È nel 2003 che per la prima volta Corradini si reca a Terezín. «Mio fratello dall’anno prima viveva a Praga. Andai a trovarlo e il 30 gennaio decisi che dovevo affrontare questa esperienza. Nevicava. C’era silenzio. Da allora ho capito che questo luogo, né bello né brutto, dove oggi risiedono 3.000 abitanti, in qualche modo mi parlava, e forse a questo punto anche mi ascoltava». Fondamenta­le è stato l’incontro con Inge Auerbacher, che aveva soltanto sette anni quando è stata internata, e ha raccontato le sue emozioni e paure di bambina nel libro Io sono una stella. Titolo che riprende i versi della poesia iniziale. «Solo i bambini “speciali” indossano la stella/davicino eda lontano li notano per quella./hanno posto un marchio sopra il mio cuore/lo porterò da subito con grande onore». In una nuova edizione curata da Matteo Corradini e arricchita da un recente dialogo con questa eccezional­e donna di 83 anni, è tornato in libreria, pubblicato dabompiani/giunti. La stessa accuratezz­a, frutto di un’esemplare ricerca filologica e letteraria direttamen­te sulla stesura originale, liberata da interventi e tagli praticati dopo la scomparsa della giovane autrice, contraddis­tingue l’edizione del Diario di Annefrank, per i Grandi Classici Bur nel 2017. «Mi sono accorto di essermi occupato nel tempo più di donne che di uomini nella Shoah e mi sono fatto questa domanda, della quale ancora sto cercando la risposta: c’è uno specifico femminile nella Shoah? C’è nel dolore, nell’angoscia. Sulle donne, come su altri gruppi, gravava un pregiudizi­o a monte, che riguarda il sesso, la condotta morale, la forza umana, la posizione sociale… Le donne non subirono soltanto violenze fisiche come gli uomini, subirono anche violenze sessuali, che coinvolgon­o aspetti diversi della persona: la psiche, molto di più, la morale, la propria identità. Pensiamo inoltre che l’ebraismo è matriarcal­e. Se uccidi la donna, uccidi l’ebraismo».

L’ELENCO DELLA VERGOGNA

Di questo parla nelle sue conferenze e nelle scuole, a generazion­i che non erano ancora nate quando crollò il Muro di Berlino. «Non chiedo loro di immedesima­rsi in qualcosa che noi non possiamo nemmeno immaginare. Ma parlo dei loro coetanei, come Anne, il cui diario è stato letto da oltre 30 milioni di persone e che è diventata il simbolo stesso della Shoah. Questa Shoah delle ragazze, che ha avuto forme diverse e che nell’80esimo anniversar­io delle leggi razziali, che dovremmo deciderci a definire sempliceme­nte leggi razziste, dobbiamo continuare a ricordare».

Nella sua incessante ricerca di documenti gli è capitato di trovare su una bancarella di libri usati un fascicolo della Gazzetta Ufficiale datato 29 aprile 1944 nel quale venivano riportati i sequestri di proprietà ad alcune famiglie ebraiche. C’è un elenco, lunghissim­o, che riporta quello che era stato portato via dal modesto appartamen­to della signora Adele Hohenberge­r vedova Blitz: dove tra 5 forchette, 3 cuscini, alcuni piatti di stagno, sono anche diligentem­ente segnati 3 pullover di lana blu per bambini. L’elenco della vergogna.

La ricerca di Corradini ha portato alla luce disegni, oggetti e strumenti musicali

 ??  ?? A destra, ebrei avviati al campo di concentram­ento di Terezín, vicino a Praga, nel 1944. Sotto, lo scrittore Matteo Corradini (43 anni) e Inge Auerbacher (83), una sopravviss­uta all'olocausto.
A destra, ebrei avviati al campo di concentram­ento di Terezín, vicino a Praga, nel 1944. Sotto, lo scrittore Matteo Corradini (43 anni) e Inge Auerbacher (83), una sopravviss­uta all'olocausto.
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 ??  ?? Sopra, Anna Frank: nascosta in una soffitta di Amsterdam ha scritto il suo Diario, uno dei dieci libri più letti al mondo. In alto, il campo in un disegno di un bambino.
Sopra, Anna Frank: nascosta in una soffitta di Amsterdam ha scritto il suo Diario, uno dei dieci libri più letti al mondo. In alto, il campo in un disegno di un bambino.

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