Corriere della Sera - Io Donna
il buono e il cattivo
C’era una volta, ma proprio tanto tempo fa, il gran rito delle vacanze familiari tradizionali. Tutti insieme, nella solita casa al mare o in montagna o in campagna, magari ereditata dai nonni. Tempi lunghi, ozio, chiacchiere, qualche lite.
Rieccoci al 2018. I tempi delle ferie si sono ristretti a poche manciate di giorni e spesso è difficile far coincidere i propri desideri sospesi per un anno (quel giro in barca a vela, il tour di un festival letterario, l’escursione in montagna) con quelli del/la partner (i figli? Chissà se ci sono, e dove sono…). Una storia sentimentale anche solida non sempre prevede la piena condivisione di gusti, abitudini e passioni culturali o sportive. Che fare? Se i progetti combaciano, fantastico. Ma in caso contrario, molto meglio due itinerari diversi (magari con la prospettiva di raccontarsi l’esperienza, e ritrovarsi più ricchi di temi e di scoperte) piuttosto che cedere o far cedere sul terreno delle esigenze. Se il legame è veramente forte, non solo non accadrà nulla ma ci si rivedrà sereni, rilassati, soddisfatti. Se invece c’è “qualcosa” che non va, be’, ecco l’occasione giusta per capirlo bene.
C’erano una volta, all’inizio delle vacanze, delle cose belle che non ci sono più, o non sono così diffuse come una volta. L’ultimo controllo sulla casa da lasciare per un mese («Hai chiuso il gas?»), la “partenza intelligente” per evitare il traffico, la macchina carica di bagagli e una coppia a guidare la comitiva familiare. L’inizio della villeggiatura era la bandiera della felicità issata in cima a un anno di sacrifici. Ora che è cambiato tutto - quanti possono permettersi un mese di stop? - la vacanza da separati non è più un tabù. E non sono poche le coppie che, impossibilitate asincronizzare le ferie, decidono che si può viaggiare separati, e rivedersi a settembre. Ecco, di tutta la contemporaneità che ha investito la coppia, la “vacanza separata” appare un elemento di regressione. Arrendersi a essa, più che un modo di convivere, appare un elemento per dividersi. Andare in ferie insieme è un modo per rammendare gli strappi invernali. E poi, se si condivide il purgatorio dei mesi non caldi, perché rinunciare all’altro quando arriva il bello? Sono due dei motivi per difendere le “vacanze insieme”. E per far sciogliere in una risata anche la domanda più tetra, alla prima sosta in autogrill. «Ma l’hai chiuso il gas?».