Corriere della Sera - Io Donna
la sindaca di tunisi
È islamista, ma non velata. Conservatrice, ma moderna, souad abderrahim ha cominicato a fare politica ai tempi dell’università. E ora che sta per diventare prima sindaca donna della capitale tunisina, promette di riempirla di cultura. Sono in molti, però
Tailleur pantalone bluette, orecchini e capelli sciolti sulle spalle. La futura “Sheika della Medina” ha un mandato estetico oltre che politico. E non intende tradire nessuno dei due. Souad Abderrahim, capolista del partito islamista moderato tunisino Ennahdha(“la rinascita”), alle ultime elezioni municipali è stata la più votata. «Una vittoria per la Tunisia. Per la nostra costituzione. E per le donne» ci dice, con ecumenico entusiasmo, negli uffici della sua ditta farmaceutica a Manouba, periferia ovest della capitale. Non ancora insediata nel Palazzo della Kasbah che ospita il primo cittadino, Souad ha di fronte a sé un ultimo passaggio, come previsto dalla nuova costituzione post-rivoluzionaria: la votazione in consiglio comunale che si terrà il 13 giugno e che dovrebbe ratificare la nomina. Ma i numeri potrebbero non esserci, le manovre politiche sono in corso e gli storici avversari di Ennahdha, i laici di Nidaa Tounes, potrebbero farle lo sgambetto.
Intanto sulla stampa internazionale la parabola politica della “pasionaria di Ennahdha”, che - per le posizioni conservatrici nonostante la modernità del look - qualcuno ha già battezzato “Souad Palin” (riferendosi alla candidata repubblicana alla vicepresidenza americana nelle elezioni del 2008), viene paragonata a quella di Erdogan in Turchia. Anche lui aveva cominciato come sindaco di Istanbul… Ma se non si trattasse di una donna, e di una donna così particolare («Nonvelata, istruita e presentabile» scrive provocatoriamente il sito tunisino Businessnews), come si declinerebbe la sua storia? L’abbiamo chiesto a lei.
Solo il 33,7 per cento degli elettori è andato alle urne. E l’astensione tra i giovani ha raggiunto il 77 per cento: è davvero una vittoria?
Il messaggio è più importante del risultato. I giovani ci hanno detto che la politica li ha delusi. Ma hanno dato fiducia a una donna. Un segno importante di discontinuità. I cittadini sono più avanti dei partiti. E stanno riformando la cultura maschilista della politica.
Come ha conquistato la loro fiducia?
Il mio percorso parla per me. Sono stata militante fin dagli anni dell’università. Ho dato il mio contributo alla scrittura della nuova carta costituzionale. Nel 2011 ero la candidata dei leader di Ennahdha, nel 2018 ho vinto comecandidata della base.
Sta lavorando alle alleanze? Si dice che le ab- biano offerto il ministero della Sanità purché rinunci alla poltrona di sindaco.
L’ho sentito anch’io, ma ho subito dichiarato di non avere il diritto di trasferire i voti degli elettori altrove. Posso solo andare avanti per la mia strada.
Un avversario politico laico, Foued Bouslama, ha dichiarato che quello del sindaco di Tunisi è un «posto da uomini» e che una donna non potrebbe presenziare alla cerimonia religiosa che si svolge il 26esimo giorno di Ramadan, dopo l’insediamento.
Credo che sia stata un’uscita più psicologica che politica...
Forse solo maschilista…
Sarà stata la delusione per i risultati a parlare. E poi è un falso problema. Il sindaco di Tunisi ha una funzione civile, non ha niente a che vedere con la religione. La preghiera del 26esimo giorno sarà nella moschea della Kasbah e il protocollo vuole che il sindaco sia presente, col presidente della repubblica, ma nulla impedisce che si tratti di una donna.
Il suo compagno di partito Naoufel Eljam-
mali mi ha detto: «Con queste elezioni abbiamo fornito il modello che l’occidente vuole: l’islam democratico». Sente la responsabilità di fare da vetrina a Ennahdha in Europa?
Io non sono solo un’immagine, la donna con il tailleur e i capelli sciolti, sono una militante, la politica è importante per me. Se mi hanno votato è perché hanno valutato il lavoro che ho fatto fin qui per il mio Paese. Ed Ennahdha mi ha fornito la cornice entro cui muovermi liberamente da indipendente.
Ha dichiarato, qualche tempo fa, che le donne single non dovrebbero avere gli stessi diritti delle donne sposate.
È una vecchia polemica e quelle frasi sono state riportate parzialmente e fuori contesto. Mi sono scusata, ma c’è stato comunque un attacco mediatico che mi ha fatto molto male.
La sua storia politica quando comincia?
Studiavo farmacia all’università di Monastir, a 19 anni già difendevo gli studenti contro l’amministrazione. Vedevo regnare l’ideologia, destra contro sinistra, islamisti contro laici. Ma a me interessavano le persone, non le bagarre.
nelle urne vincono le donne
dopo la rivoluzione del 2011, che ha innescato in una reazione a catena la “Primavera araba”, la Tunisia è stato l’unico Paese ad aver avviato un lento, ma reale, processo democratico. Le prime elezioni libere, a ottobre 2011, hanno eletto l’assemblea Costituente e il partito islamista Ennahdha - bandito sotto il dittatore Zine El abidine Ben alì - ha conquistato 90 seggi su 217. il dibattito all’interno della Costituente è stato lungo e acceso: Ennahdha ha infine convenuto sulla natura laica dello Stato. Le elezioni parlamentari del 2014 hanno decretato la vittoria del partito laico nidaa Tounes. nelle elezioni municipali che si sono appena svolte Ennahdha è risultato il primo partito con il 30 per cento, ma gli indipendenti, espressione della società civile, hanno ottenuto risultati sorprendenti (tutti insieme arrivano al 32,3 per cento). La Costituzione tunisina prevede la parità verticale e orizzontale delle candidature. Le donne elette sono quindi risultate il 47 per cento. un risultato unico, purtroppo mitigato dall’elevatissima astensione. Souad abderrahim, capolista indipendente per Ennahdha a Tunisi, ha battuto l’avversario di nidaa Tounes 21 a 17. Poi sono stata eletta nell’ufficio esecutivo del sindacato degli studenti…
Ed è stata arrestata.
Sì e mi hanno espulsa. Sono rientrata a Tunisi dove mi sono iscritta all’istituto superiore di scienze umane, per non perdere l’anno.
E si è messa in pausa dalla politica.
Fino alla rivoluzione. Ero stata scottata, non mi volevo esporre. Ma poi i prigionieri politici sono stati rilasciati, i rifugiati hanno cominciato a tornare. E mi hanno chiamata.
La sua famiglia che cosa ne pensa?
Si sono manifestate preoccupazioni che credevo archiviate. Ho una figlia di vent’anni e un figlio di 22. Studiano entrambi. Hanno passato momenti difficili: le polemiche sul fatto che mi presentassi senza velo per un partito islamista li hanno messi al centro dell’attenzione, a scuola, sui media. Mio figlio sentiva il bisogno di dimostrare che lui con Ennahdha non aveva niente a che spartire. Alla fine però sono stati loro a incoraggiarmi. E ora sono fieri del mio risultato.
Il velo per lei che cosa rappresenta?
Èunaquestione privata. Prima della rivoluzione non si poteva portare nelle facoltà né negli uffici pubblici. Ora c’è libertà di scelta. Èescluso solo il niqab che copre anche il volto, ma per ragioni di sicurezza. E non tutte si velano per questioni religiose, ma perché seguono la tradizione. Mia madre non ha mai portato il foulard né mia nonna. Per me è normale non metterlo. Mi sento a mio agio così. E resterò così.
Se ce la farà il 13 giugno, i suoi provvedimenti nei primi 100 giorni quali saranno?
Voglio rendere la città più bella. La chiamano “Tunis al khidr” (Tunisi verde), ma qui il verde è trascurato. Voglio creare vivai in tutte le circoscrizioni, lavorare con le associazioni nei quartieri, con la società civile. Il centro deve avere un look tunisino puro, classico, in modo da attirare turisti e investimenti. Voglio riempirlo di cultura, con musica nelle piazze, nelle caffetterie, promuovere il teatro.
Sembra che parli di Berlino…
È l’ultima chance per fare qualcosa per i cittadini, al di là delle ideologie. È la democrazia di prossimità, del quotidiano: non abbiamo diritto all’errore. E poi dobbiamo preparare il terreno per elezioni nazionali del 2019.
“Mia madre non ha mai portato il velo, né mia nonna. Per me è normale non metterlo. Mi sento a mio agio così. e resterò così”