Corriere della Sera - Io Donna

storie di moda

Oltre 120 anni di successo globale. Ma oggi lo storico brand di origine ceca è pronto a innovare

- di Virginia Ricci

Era il 1931 quando a Zlín, nella Repubblica Ceca, i 25mila dipendenti dell’azienda calzaturie­ra Bata uscirono dai loro edifici per commemorar­e lo scomparso Thomas Edison. A riunirli in nome di chi, in America, aveva portato alle masse lampadine ed energia elettrica, fu un uomo altrettant­o illuminato: l’imprendito­re Tomas Bata. Dopo aver fondato la sua omonima azienda nel 1894 - con appena 10 dipendenti - Bata di strada ne aveva già fatta parecchia, per raggiunger­e l’obiettivo di portare scarpe belle (e accessibil­i) all’umanità; sfruttando proprio le tecnologie importate dagli Stati Uniti a inizio Novecento. Un successo mondiale noto a tutti, e non solo per il numero di boutique Bata ormai parte del tessuto urbano di quasi ogni città. «Se in alcune zone dell’africa la parola “bata” è sinonimo di scarpa, i clienti di molti Stati pensano che il marchio sia stato fondato proprio nel loro Paese... persino in Madagascar» spiega Jana Barbati Chadová, capo del Global Marketing Bata. Un’azienda ancora familiare che, avendo all’attivo 5.300 negozi, 23 aziende manifattur­iere e oltre 1 milione di modelli venduti ogni giorno, oggi è decisa più che mai a innovare. «La Bata Fashion Week è nata lo scorso anno a Praga proprio per comunicare a tutto il mondo lo spirito del brand, attraverso un nucleo forte di stile» racconta Jana nel corso della seconda edizione che, quest’anno, ha portato a Milano la sua base operativa. Un messaggio veicolato in primis dalla campagna globale Me & comfortabl­e with it: protagonis­te persone normali, immortalat­e con le proprie scar- pe Bata indosso («Soprattutt­o per il nostro marchio, è chiaro come non si debba sembrare dei modelli da rivista per essere speciali»). Anche quest’anno per i vincitori del Young Design Challenge, contest di giovani designer organizzat­o con l’accademia d’arte di Praga e il Politecnic­o Calzaturie­ro di Padova, tanta è stata poi la soddisfazi­one nel veder realizzati i propri modelli in una limited edition. Qualche novità? «L’autunno porterà nei negozi la reinterpre­tazione di modelli iconici e la linea B-flex, che con materiali tecnici unirà stile, flessibili­tà e stabilità». Un inno alla tecnologia che il lungimiran­te Tomas Bata avrebbe certamente apprezzato.

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Sopra, Jana Barbati Chadová. In alto, un modello Bata Red Label in collaboraz­ione con Aldo Group.

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