Corriere della Sera - Io Donna

viaggio. castelli d’italia

- di Mariateres­a Montaruli

Sale da bagno affrescate, STORIE DI STREGHE E NOBILDONNE, giardini pensili e fossati. Culle con i pizzi custodite in cantine dove pendono profumati prosciutti. Curiosità e sorprese che, nei manieri tra Parma e Piacenza si possono scoprire solo grazie a GUIDE D’ECCEZIONE.

Ad aprire le porte di dimore strepitose ea SVELARNE I SEGRETI, fino a ottobre ci pensano castellani e collezioni­sti d’arte

C’è un letto alla francese, piccolo e stretto, per dormire semi sdraiati, nella camera nuziale della Rocca Sanvitale di Fontanella­to, nel Parmense. La paura di rimanere soffocati dal troppo mangiare costringev­a i nobili, di notte, a questa scomoda posizione. C’è poi il ritratto della bellissima dell’epoca, Barbara Sanvitale, decapitata con l’accusa di stregoneri­a e la fama mai sciolta di donna più affascinan­te del 1600. Chiara è anche la fama della Saletta del Parmigiani­no, la stanza da toilette di Paola Gonzaga affrescata da Girolamo Francesco Mazzola con la scena di Atteone sbranato dai cani, colpevole di aver spiato Diana al bagno. Tanta narrazione. Ma è solo con una guida d’eccezione che si possono scorgere i dettagli: il clavicemba­lo del Seicento antenato del pianoforte, la Camera Ottica che anticipò il cinema, l’immagine di un gatto firma del piacentino Felice Boselli sulle nature morte della sala da pranzo. Storie di streghe, di nobildonne accoltella­te per errore, di amori che dovevano durare nuc et semper, come appare nell’iscrizione della Camera d’oro del Castello di Torrechiar­a. Storie taciute e icone dimenticat­e vengono alla luce nelle Passeggiat­e Culturali guidate dai castellani e dagli imprendito­ri in calendario, fino al 7 ottobre, nei Castelli del cinquecent­esco Ducato di Parma e Piacenza. Una concentraz­ione di fortilizi che fa dell’emilia Romagna la terza regione italiana a più alta densità di castelli

(723, dopo la Toscana con 962 e il Piemonte con 926), scrigno di smerli e fossati, culle e carrozzine custodite in cantina con il prosciutto, velocipedi del 1800 e macchine che, ante litteram, strizzavan­o i panni.

nei salotti della duchessa

È Germana Corsini, produttric­e del Vin Santo di Vigoleno, un passito che matura in piccole botti di legno per almeno cinque anni, a raccontare Vigoleno, il minuscolo borgo medievale del piacentino dove sono passati Max Ernst, il pianista Arthur Rubistein, la diva Mary Pickford e Douglas Fairbanks, il primo Zorro cinematogr­afico. Erano gli anni Venti. Vigoleno riceveva, in un’illusione di internazio­nalità, nel salotto di Maria di Grammont Hugo nata Ruspoli. Moglie di Jean Hugo, figlio del grande scrittore, la duchessa accoglieva con torce infilate sui bastioni e un faro che illuminava il profilo del Castello. Oggi, sorpassata Ca’ dei Passeri, la piana agricola dove spuntano spaventapa­sseri femmina con il reggiseno a vista, si entra in un piccolo borgo perfetto: i camminamen­ti di ronda, le viuzze acciottola­te, la meridiana del 1700. Accompagna­ti dalla “borghigian­a”, si curiosa tra le erbe aromatiche, la cisterna che fungeva

da ghiacciaia e l’oratorio della Madonna del Latte dove più di una balia deve aver pregato. Il profumo della minestra alle ortiche che giunge dalla taverna accompagna la passeggiat­a.

Giacomo Corazza Martini, vivace 89enne proprietar­io del Castello di Tabiano, che qui vive in compagnia del pastore tedesco Alfa, guida invece alla visita delle cantine medievali del Castello e nel giardino pensile di rose antiche. Sulla collina appena fuori la cittadina termale, questa guida d’eccezione svela i segreti della Stanza degli Stemmi dove è riposto, vi dirà lui perché, un insolito servizio di porcellana inglese profilato di nero. Autore di volumi sulla storia del Castello, “nonno” Giacomo racconta che quest’anno, dopo molto lavorare, è risorta la vecchia vigna e che un tempo si faceva il formaggio nelle stanze del borgo ora riservate agli ospiti. Chiedetegl­i anche di quel Carlo Gatti, imprendito­re svizzero di umili origini che, in epoca Vittoriana, dopo aver fatto una fortuna inventando a Londra il “penny ice”, il gelato da strada, acquistò nel 1882 il castello di Tabiano per farne dono alla figlia.

 ??  ?? A destra, il borgo di Vigoleno dall’alto, con l’omonimo castello, e, sotto, la piazza del borgo di Vigoleno con la fontana cinquecent­esca.
A destra, il borgo di Vigoleno dall’alto, con l’omonimo castello, e, sotto, la piazza del borgo di Vigoleno con la fontana cinquecent­esca.
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 ??  ?? A destra, due immagini del Castello di Tabiano (Salsomaggi­ore Terme, Parma). In basso, a sinistra, il Castello di San Pietro in Cerro (Piacenza).
A destra, due immagini del Castello di Tabiano (Salsomaggi­ore Terme, Parma). In basso, a sinistra, il Castello di San Pietro in Cerro (Piacenza).

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