Corriere della Sera - Io Donna
casa. vivere a palazzo
A spasso tra le sale restaurate di una dimora del ’500, nel cuore del Lazio, dove il tempo pare essersi fermato. Come in un quadro di un certo Caravaggio...
Sembra uscito da un quadro. Il Castello San Pietro Sabino a Poggio Mirteto, in provincia di Rieti, risale ai primi anni dell’xi secolo e guarda l’abbazia di Farfa, da valle a valle. È stato residenza di famiglie aristocratiche, dagli Orsini ai Mattei, e proprio Caravaggio, ospite degli ultimi, per omaggiarli dipinse questa magione sullo sfondo del Sacrificio di Isacco. Macomesirende contemporaneo un castello (a pag. 128, il viaggio tra i manieri italiani)? Dopo anni d’abbandono, e un periodo in cui è stato adibito ad asilo d’infanzia, questo di Poggio Mirteto è tornato all’antico splendore grazie all’architetto romano Enzo Pinci, che l’ha acquistato negli anni Settanta, ci si è subito trasferito con la famiglia e, nel 1996, ha dato inizio ai lavori di restauro durati un decennio. E che, in realtà, in alcune aree sono ancora in corso. La struttura è un palazzetto a tre piani. Il livello inferiore ospita le antiche cucine e un piccolo teatro; il piano nobile è composto da un susseguirsi di saloni affrescati. Una volta riservato alla servitù, l’ultimo piano è ora la parte adibita ad abitazione, con le camere, le stanze da bagno e una seconda cucina, ed è l’unica area con un impianto di riscaldamento. «Mi piace vivere il passato con semplicità, le cose sono state fatte per essere usate, basta averne cura e rispetto» racconta Pinci. Ecco allora che tornano alla gloria gli affreschi, i varchi delle porte da cui l’architetto ha tolto strati e strati di vernici, i pavimenti riportati al grezzo e con i vecchi rattoppi in bella vista. Perché è proprio così, il passato è bello da vivere.