Corriere della Sera - Io Donna
QUELLO CHE GLI UOMINI NON DICONO
«Quel palazzaccio romano nel cuore del Ghetto, contento, su piazza delle Cinque Scole, pregno come una crosta di pane al sugo, sbeccato, è vivo, pieno di ciabatte, profumi, mestoli, dolori indicibili, fin dal sussidiario, e dolori piccini che sempre viola sono. Quel palazzaccio romano ne contiene così tante di storie, d’esistenze, come un barattolo col vetro consunto e il tappo sfinito per i troppi giri di polso, ghiotti di conserve o confetture odorose. Tanto più avvenenti dei barattolacci vergini e sconditi. Chiara abita là. Al terzo piano di un condominio che profuma di marmellata di visciole».
Dove la trovate un’attrice che scrive così? Può riuscirci solo Chiara Francini. Ricordate Non parlare con la bocca piena ( Rizzoli)? È stato un long-seller, di cui abbiamo parlato anche in questa rubrica.
La protagonista, Chiara come l’autrice, è cresciuta con due padri, babbo Giancarlo, fiorentino, e papà Angelo, napoletano. Ora vive nell’appartamen- tino al Ghetto dove Giancarlo fuggiva quando aveva bisogno di restare solo. Federico, il fidanzato, è tornato. Ma a sorpresa torna anche la mamma, Eleonora. Il suo matrimonio con Edward è finito (e qui si inserisce una storia nella storia: quella dei war child, i figli della guerra, concepiti dai soldati tedeschi invasori e dalle norvegesi scelte per i capelli biondi, la pelle chiara, gli occhi azzurri, e poi condannati all’isolamento: il marito di Eleonora, che si chiama in realtà Edvard, è uno di loro).
Insomma i protagonisti del primo romanzo ci sono tutti, compresi le Supreme, le “zie” di Chiara, drag queen colte e inquietanti. Ma questa storia – Mia madre non lo deve sapere ( Rizzoli) – va oltre, nella costruzione del personaggio e del mondo che le sta attorno. Quello delle “donne nove”, come le chiamala Francini, che non riconoscono l’antica egemonia maschile e prendono in mano la propria vita. Scommettiamo che diventerà un film?
Nel secondo romanzo di Chiara Francini sono le femmine che non riconoscono l’antica egemonia maschile e prendono in mano la propria vita. E sarebbero le protagoniste perfette di un film