Corriere della Sera - Io Donna
L’ACQUA CHE TI DÀ ENERGIA
Aiuta la memoria, la concentrazione e il buon umore. Combatte lo stress e la stanchezza. E ora dagli Usa arrivano per l’estate le acque aromatizzate, sane e leggere. Scoprite tutti i miti da sfatare sull’elemento più facile che c’è
Inostri pensieri si nutrono d’acqua. La memoria, l’attenzione, l’energia, la calma: vanno tutte innaffiate. Basta disidratarsi un pochino, una privazione appena dell’1 per cento delle riserve corporee, per diventare meno concentrati e perfino irritabili, come provano varie ricerche. Perciò d’estate bisogna bere di più. Con il caldo si suda e va bene così: è il meccanismo attraverso cui il corpo regola la sua temperatura, è l’evaporazione del sudore a far raffreddare la pelle. Non reintegrare il liquido perduto, non dissetarsi significa rassegnarsi alla stanchezza, come stracci inumiditi sotto il sole.
L’acqua ci serve a tutto. Alla digestione, alle cellule per le reazioni chimiche, al trasporto dei nutrienti. È come se i mari, i laghi, gli oceani e i fiumi inondassero gli esseri viventi, oltre ai tre quarti delle terre emerse. Vale per gli insetti, per i mammiferi, per la nostra specie. In un adulto l’acqua è pari a ben più della metà del suo peso, come se una donna di 60 chili si portasse appresso un carico di 35-40 bottiglie da un litro. E non c’è un solo sistema nell’organismo che non dipenda dall’acqua: perfino lo scheletro ne possiede una quota. Ma quanto bere? E quando? E come? Ecco una carrellata di luoghi comuni sull’acqua, alcuni veri, altri da contraddire.
Meglio il bicchiere lontano dai pasti?
E perché mai? Non ha fondamento scientifico il divieto di bere mentre si pranza.
Bisognerebbe bere prima di avere sete?
Verissimo. Nel cervello risiede il centro della sete: elabora vari segnali, ma in linea di massima fa partire l’impulso a bere quando a deprivarsi d’acqua sono le cellule nervose, i neuroni. È un meccanismo ritardato, in verità, per questo bisognerebbe dirigersi verso la bottiglia anticipando la sensazione di bocca secca che è il primo sintomo della sete.
Gli anziani hanno meno necessità di idratarsi?
No. Per tutti gli adulti, dai 18 agli over 65, la quota standard raccomandata è di almeno 6-8 bicchieri al giorno di liquidi, tra acqua, tè, infusi e altre bevande (non zuccherate o alcoliche). La quantità cresce quando si alzano le temperature e per chi fa sport: dopo un’ora di sforzo medio senza interruzioni, l’organismo arriva a perdere fino a un litro di sudore.
L’acqua fa ingrassare?
No! Liscia o gassata, ha zero calorie. Enonprovoca maggiore ritenzione idrica, che dipende più dal sale consumato. Come si legge nelle Linee guida del Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Cra-nut,), «ogni variazione a breve termine del peso corporeo dovuta a maggiore perdita o a maggiore ritenzione di acqua è ingannevole e momentanea. Quindi, il tentativo di contenere il peso mediante il razionamento dell’acqua è assolutamente inutile, oltre ad essere rischioso per il nostro stato di salute».
Fa dimagrire?
Magari. L’acqua non lava via grassi e zuccheri. È vero però che in qualche studio è venuto fuori come bere a digiuno, poco prima di sedersi a tavola, sia d’aiuto durante un regime ipocalorico. È emerso in una ricerca americana (del College of Agriculture and Life Sciences del Virginia Tech, pubblicata sulla rivista
Obesity): delle 50 persone a dieta, la metà che vuotava un paio di bicchieri d’acqua prima di sedersi a tavola finiva con l’assumere 75-90 chilocalorie in meno a pasto, perdendo alla fine dell’esperimento due chili in più rispetto agli altri (sei chili il primo gruppo, quattro il secondo). Forse l’acqua in pancia riduce la fame, o forse innesca altri meccanismi: le ipotesi sono tutte da approfondire.
Se effervescente, gonfia la pancia?
No. Non fa male l’acqua naturalmente gassata né quella addizionata con anidride carbonica. «Solo quando la quantità di gas è molto
Ragazzi, agli esami con la bottiglietta
tempo di esami a scuola e all’università: l’acqua dovrebbe essere la compagna di banco degli studenti, una bottiglietta da sorseggiare ogni tanto durante gli scritti e prima degli orali. Come fosse carburante per le performance cognitive. Sono tanti gli studi condotti sui giovani che provano quanto la disidratazione anche lieve si associ a riduzione della concentrazione e della memoria a breve termine, a rallentamenti nel tempo di reazione, addirittura a una minore efficienza nelle capacità di calcolo.
elevata si possono avere lievi problemi in individui che già soffrano di disturbi gastrici e/o intestinali» (Linee guida del Cra-nut).
È meglio evitare di bere per non sudare troppo?
Non ha senso. Sudare è essenziale per regolare la temperatura corporea.
È vero che l’acqua dà tanto calcio?
Non tutti sanno che dall’acqua assorbiamo moltissimi sali minerali tra cui il calcio, il costituente essenziale delle ossa. E ne assorbiamo parecchio. Con un litro e mezzo-due di acqua mediominerale, che poi è quella del rubinetto e la più diffusa fra le minerali del supermercato, si arriva a coprire fino a un terzo del fabbisogno giornaliero del minerale. Buono a sapersi per i figli, che devono crescere, e per combattere lo spettro dell’osteoporosi, quella fragilità delle ossa che colpisce in particolare le donne.
L’acqua del rubinetto è nociva? Ha troppo cloro? Provoca i calcoli renali? No, l’acqua potabile si può bere senza timori. Tanto per cominciare, le quantità di cloro impiegate per disinfettare l’acqua di rubinetto non hanno alcun effetto negativo sulla salute. E poi non esiste correlazione con la formazione dei calcoli renali, come ha chiarito l’organizzazione mondiale della sanità. Che insorga il dubbio è legittimo: se il calcare sciupa i rubinetti, si pensa, forse incrosta anche il corpo. Ma non è così. Il calcare è il carbonato di calcio, composto che ci consente di assumere con l’acqua il minerale indispensabile per le ossa, mentre i calcoli si formano per colpa degli ossalati di calcio.
Ci sono applicazioni terapeutiche delle minerali?
Nelle etichette delle bottiglie di minerali da tavola possono essere riportate note sulle «proprietà favorevoli alla salute», come «stimola la digestione» oppure «può avere effetti diuretici», mentre la legge impedisce di scrivere «proprietà per la prevenzione, la cura o la guarigione di una malattia». A essere usate a scopo terapeutico sono le acque particolarmente ricche di sali minerali (come bicarbonate, solfate o ferruginose): sconsigliate come bevanda quotidiana, dovrebbero essere consumate sotto controllo medico per evitare la comparsa di effetti indesiderati. La revisione scientifica dell’articolo è di Krizia Ferrini, direttrice del Servizio di Nutrizione clinica e dietetica a Cereneo, clinica svizzera e centro di ricerca specializzato nella neuroriabilitazione.
Sopra, acque aromatizzate alla fragola: belle da vedere e sane, a differenza delle bibite zuccherate e gassate.