Corriere della Sera - Io Donna
STORIE DI MODA
Di padre in figlio, il brand tutto italiano compie 70 anni. Di ricerca estetica e innovazioni. Celebrati a Pitti Uomo
di Virginia Ricci
Auna lettera ricevuta nel 1971, lo scrittore Isaac Asimov rispose: «Auguri per la nuova libreria, perché non è solo una libreria. È una nave spaziale che vi condurrà fino agli estremi confini dell’universo, una macchina del tempo che vi porterà in un lontano passato e in un futuro lontano».
Con linguaggio visionario, il celebre narratore di fantascienza aveva ben tradotto ciò che si prova varcando quella soglia: un senso di scoperta e rivelazione. Le stesse emozioni portate oggi nell’installazione L.I.B.R.A.R.Y. con cui Herno, marchio d’impermeabili e piumini d’alta gamma, ha celebrato i suoi primi 70 anni nel corso di Pitti Uomo, a Firenze. «Tutto nacque da una libreria di casa che riproposi in azienda, divenuta poi parte degli showroom e, in seguito, integrata nei nostri negozi. Un elemento facile per esporre oggetti e ricordi» racconta il Presidente Claudio Marenzi. Spiegando come quel nome sia in realtà l’acronimo di Let imagination break rules andreveal yourself (Lascia che l’immaginazione rompale regole e rivela te stesso). Parole chiave per questa libreria di cento metri, portavoce a Pitti di un’azienda la cui evoluzione scorre con le acque del fiumeerno («Quel fiume ispiratore cui mio padre aggiunse una H per renderlo internazionale»).
“sc affali per esporre ogge t ti e ricordi. tut to nacque da una libreria di casa che riproposi in azienda, negli showroom e nei nostri negozi”
Claudio Marenzi
L’origine risale al dopoguerra: quando Giuseppe Marenzi, dopo anni nella produzione di aeroplani, trovò lavoro in un’azienda di impermeabili procurando quell’olio di ricino utile nonsolo come carburante aereo, ma anche per impermeabilizzare il cotone. Il passo fu breve per mettersi in proprio. Dando vita nel 1968 a quello che, per Herno, rappresenta un altro anniversario: cinquant’anni di commercio in Giappone. «Una cultura con cui condividiamo un amore fortissimo per famiglia, tradizione ed estetica. Al tempo, fra costumi tipici ekimono, i nostri impermeabili confodera foulard conquistarono infatti il mercato».
Come in un diario di famiglia, a Firenze, documentari dell’istituto Lucemostrano Giuseppe Marenzi vincere il Rally della Moda di Saint Vincent. Ma anche pulmini Volkswagen che in passato proclamavano Herno. Confezioni di lusso. «Dopo anni sul prodotto, torniamo all’heritage. Rivendicando un’esperienza senza la quale non sarebbe stato possibile raggiungere simili tecnologie. Una fra tutte? Laminar. Un piumino a iniezione leggerissimo che sintonizza la nostra tradizione con il futuro» conclude Marenzi dalla nuova sede milanese di Confindustria Moda, federazione di 580 mila addetti e 67 mila aziende che, da un anno, lo vede Presidente. Sorride ricordando la recente onorificenza del Premio Leonardo, che da oltre vent’anni premia chi dà lustro alle eccellenze del Made in Italy. «Lo dico da imprenditore, maanche da ufficiale alpino: ricevere un simile premio può farti sentire quasi patriota. E pensando ai risultati raggiunti con la mia squadra, vedo qualcosa che resterà a tutti. La moda ha fatto tanto per la mia famiglia, questo mihaportato a tutelare il bene delle associazioni: lavoreremo perché il Made in Italy diventi un mondo sempre più compatto».