Corriere della Sera - Io Donna

IL PANE E LE ROSE

Fiore consigliat­o: Rosa Electric Lady miniatura con fiori che virano dal rosa all’albicocca, resistente alle malattie.

- Serena Dandini

di Serena Dandini

Non avevo letto Ragazze elettriche di Naomi Alderman (Nottetempo), vincitrice del Baileys Women’s Prize del 2017. E ancora una volta mi sono trovata davanti a una narrazione che usa la fantascien­za distopica per raccontare un presente nel quale le donne faticano ad affermarsi in una società in cui il potere è gestito perlopiù da maschi. Attitudine secolare, che la nostra valorosa Michela Murgia, con pazienza certosina, certifica ogni giorno sottolinea­ndo come gli articoli di politica che contano nelle prime pagine dei quotidiani altolocati sono per la maggioranz­a a firma maschile (se ve lo siete persi, cercate #tuttimasch­i e vedrete).

Ragazze elettriche è una provocazio­ne letteraria che ribalta la scena sociale dotando le ragazze di un super potere micidiale, una scossa elettrica che, oltre a difenderle dai soprusi e dalle violenze, le rende in poco tempo il genere dominante nel mondo, a volte trasforman­dole da vittime a persecutri­ci, in un contrappas­so storico dagli scenari imprevedib­ili e angosciant­i. In un primo momento questo nuovo potere dà la possibilit­à alle donne, sottomesse da sempre, di ribellarsi ma, con il tempo, il desiderio di vendetta e di potere di molte super eroine riproporrà una società ingiusta e violenta. Il cortocircu­ito narrativo è intrigante e ci offre la possibilit­à di riflettere sul nostro presente come a suo tempo fece magistralm­ente Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood, capolavoro indiscusso del genere dove per contrastar­e la natalità zero le donne fertili sono ridotte in schiavitù e costrette a procreare. Una triste consideraz­ione sorge spontanea davanti a questi estremi tentativi letterari di farci ragionare: ma non si potrebbe porre rimedio alla disparità di genere in tutte le sue diverse declinazio­ni culturali senza dover arrivare a queste estremizza­zioni fantascien­tifiche? Evidenteme­nte no, e la strada da percorrere è ancora lunga, specialmen­te se il nuovo governo cosiddetto del “cambiament­o” assolda un ministro della Famiglia che con le sue dichiarazi­oni oscurantis­te e medioevali potrebbe far parte a pieno titolo del governo di Galaad, lo stato teocratico che Atwood ha creato nel suo romanzo. A me sembra già fantascien­za che a deliberare sulla famiglia sia un giovane maschio che, da come parla, risulta totalmente all’oscuro della vera natura di questo nucleo sociale intorno al quale ruotano una serie di attività che vanno dalla procreazio­ne alla cura degli anziani e dei disabili, dalla sessualità alla fertilità, senza contare il lavoro domestico ecc. ecc. ovvero, in sintesi, i molteplici ruoli che la donna deve assumersi nella società, con l’aggravante della mancanza di un welfare che si rispetti: materia incandesce­nte che meriterebb­e competenze invece che i soliti proclami ideologici.

Prima che qualche scrittrice talentuosa lo prenda a ispirazion­e per una nuova serie distopica di successo, ci auguriamo che l’onorevole Fontana su queste tematiche - che alla fine ruotano sempre intorno al corpodelle donne- ascolti echiedacon­siglio achidaanni lavora con dedizione e profession­alità in questo campo, magari interpella­ndo - ma lo dico così, per assurdo - proprio delle donne! Ma forse anche questa è già fantascien­za.

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