Corriere della Sera - Io Donna
La Grande Dea del Paleolitico venne raffigurata più volte nell’atto di partorire: era circondata da trofei di caccia, corna e zanne di tori e cinghiali. Non era certo reclusa e addomesticata
ancora l’unica strada che incrocia “soddisfazione emotiva, status, il passaggio riconosciuto tra gli adulti”. Perché tutto questo è importante per noi? Innanzitutto perché quella forbice iniziale non potrà che ripresentarsi nelle chance di investimento familiare sull’educazione dei bambini: diventa quindi fondamentale la capacità pubblica di aiutare chi ha meno opportunità. Altrimenti abiteremo mondi separati e antagonisti.
C’è poi una riflessione che parla alle mamme “più fortunate”. Ritrovarsi numerose nella categoria “primipare attempate”, cioè provare ad avere un figlio dopo i 35, non è una gran notizia. Diciamoci subito che qui nessuno pensa sia necessario passare dalla maternità per strappare la corona di “vera donna” o “donna completa”. Ma se il desiderio - e la possibilità - esistono, allora dovremmo poterli coltivare senza troppi steccati: dovremmo sentirci libere di avere figli prima, durante o dopo, senza temere conseguenze pericolose per le nostre vite attorno a quel fiocco sulla porta. La Grande Dea del Paleolitico venne raffigurata più volte nell’atto di partorire: era circondata da trofei di caccia, corna e zanne di tori e cinghiali. Non era reclusa e addomesticata.