Corriere della Sera - Io Donna

Settembre: malinconic­i o felici?

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Una proposta operativa: de-settembriz­zarci. Togliere a settembre un significat­o eccessivo, pesante, oppressivo. Ognuno ha i propri ricordi e le inevitabil­i citazioni. Ovviamente D’annunzio («Settembre, andiamo, è tempo di migrare»). O anche Gianni Rodari («Settembre settembrin­o/matura l’uva e si fa il vino/ matura l’uva moscatella:/ scolaro, prepara la cartella!»). Sia il Vate sia il docile poeta dei ragazzi indicano un continuo, ossessivo richiamo al dovere della riapertura di una stagione densa di doveri, appuntamen­ti, impegni: ottime intenzioni che ci appaiono sempre nuove, anche se sono le stesse di sempre.

Il rito si ripete ogni anno e, naturalmen­te, i ritmi della vita riprendono puntualmen­te uguali. Perché, lo sappiamo, non è il calendario a decidere delle nostre esistenze, del futuro che ci attende (anzi: che vogliamo costruirci). Il vero, unico e inappellab­ile giudice siamo noi stessi, il nostro carattere, la nostra capacità decisional­e. Desettembr­izzandoci togliamo a noi stessi molti alibi (rinviare, non decidere, lasciare nell’incertezza). Prendiamol­a così: è cominciato solo un mese tra tanti del “nostro” anno. Abbiamo la vita nelle nostre mani. Settembre è solo un equivoco.

Settembre è il mese del ripensamen­to sugli anni e sull’età/ dopo l’estate porta il dono usato della perplessit­à» era il verso in cui Francesco Guccini l’aveva immortalat­o nella sua Canzone dei dodici mesi, una vita fa. Ed è innegabile che ancora oggi, all’animo di giovani e meno giovani, settembre aggiunga quel carico di ripensamen­ti e perplessit­à che ci porta spesso a rimanere immobili, fermi, come se fossimo fuscelli in attesa di una tempesta imminente. Ci sentiamo depressi, a settembre. Vediamo nuvole dove c’è il sole, pioggia dov’è sereno, nebbia dove si vede.

Eppure esistono diversi antidoti alla malinconia che settembre porta dentro di noi. Il primo è considerar­lo un mese per rinascere, l’occasione annuale per ripartire da zero, per continuare quello che si è lasciato prima delle ferie, per iniziare quello che non si è ancora fatto, per provare nuove sfide. Come accadeva negli anni di bambini e adolescent­i, quando settembre era il mese che ci riaccompag­nava sui banchi di scuol a, immancabil­mente malinconic­i per l’estate appena finita. Bastava cercare un filo, e quel filo era spesso la felicità del profumo dell’astuccio e delle matite nuove, della carta immacolata del diario appena comprato.

Esistono anche da adulti, quei fili. Basta cercarli. E settembre diventerà un mese felice.

E voi come vivete il vostro SE t tembre? con l a m a l i n c o n i a d E l l’ E S t a t E p a S S a t a o c o n S l a n c i o r i v o l t o a l f U t Ur o ? S c r i v E t E ci a iodo n n a .pa r l i a mon E@ r c S .i t.

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