Corriere della Sera - Io Donna

Mi conservo giovane perché la risata è una terapia

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Ezio Greggio, passano gli anni ma non per tutti allo stesso modo. Con lei il tempo sembra essersi congelato: se ne rende conto? La ringrazio, ma l’unica cosa che mi si congela sono i piedi se non metto le calze di lana d’inverno. Gli anni passano per tutti, poi alle volte se si è fortunati col metabolism­o, nel limite del possibile si cerca di stare sereni e si fa attività sportiva.

Tra poco riparte Striscia la Notizia: basta vedere le immagini degli inizi per dire che è più giovane oggi. Negli anni ha cambiato anche l’attenzione al look. Che fa insiste? (ride) Altro che più giovane, sono passati 30 anni, mica quisquilie e bazzecole come diceva Totò. È cambiato sicurament­e il look in tv e nella vita. Agli inizi di Striscia c’era l’eredità di Drive in: giacche colorate, eccentrici­tà. Oggi “l’abito fa il monaco”, quindi ci si adegua.

Quanto contano positività e buonumore nel restare “freschi”?

Tantissimo. È una filosofia che promuovo da sempre: la risata ha una funzione terapeutic­a.

Cosa la rende di cattivo umore, oltre alla Juve che perde?

La Juve non mi mette di cattivo umore quando perde perché... perde poco. Le ingiustizi­e del nostro Paese invece sì, la noncuranza con cui le istituzion­i trattano i cittadini, vedi i drammi degli ultimi mesi.

C’è qualcosa che le persone non immaginano di lei?

Forse pochi sanno che mantengo una relazione con tante famiglie di bimbi prematuri salvati. Una delle più belle emozioni che provo grazie al mio lavoro. A Striscia ogni anno miarrivano in studio tra il pubblico persone ormai maggiorenn­i salvate dalle mie incubatric­i. Essere “triste” per lei è un lusso?

Fa male come a tutti, anche se ho fatto dell’allegria una mia scelta di vita.

Il ricordo più felice della sua carriera?

Certamente l’amicizia con Mel Brooks è tra più belli. L’incontro fu esilarante: entrai nel suo ufficio e mi buttai ai suoi piedi adorandolo. Scoppiò a ridere. Ma dopo un attimo mi fece alzare in piedi, uscì e rientrò facendo la stessa cosa con me.

Se non avesse fatto questo lavoro, quale altro?

Se non avessi fatto l’attore? Avrei fatto l’attrice. Impossibil­e pensare a un lavoro diverso. Comunque avrei potuto fare il giardinier­e o il pasticcere o l’addestrato­re di pulci o il dentista di Berlusconi.

Essere simpatici è un dono?

Sì, non ci sono dubbi. Ce l’hai nel dna. Vedo politici, allenatori di calcio, ministri e personaggi pubblici che tutti i giorni cercano di esserlo e non ci riescono. Quando ha iniziato Striscia immaginava sarebbe durato tanto?

Sì! Con Antonio ce ne siamo accorti subito dopo il primo mese che sarebbe stata non solo una trasmissio­ne, ma un evento mediatico destinato a durare. Alla 60ma edizione se volete, visto che sarò ancora dietro al bancone, vi farò il punto sul suo futuro.

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