Corriere della Sera - Io Donna
Tappa di imprescindibile bellezza è la Cappella Sansevero con il in marmo
mento del basamento di un tempio del I secolo. Con l’intervento degli architetti Massimiliano e Doriana Furkas, il tempio romano resterà visibile, protetto da una struttura a bolla geodetica in vetro e acciaio corten.
In materia di contemporaneo, Napoli indaga sui legami tra la fotografia di Robert Mapplethorpe e il linguaggio della coreografia. Allestita al di cui è adesso presidente la musicologa Laura Valente, la mostra è programmata fino all’8 aprile. Chi la perde sappia che il Madre, museo d’arte contemporanea Donnaregina, è tra le istituzioni ad aver abbracciato il progetto di visual storytelling di Google Arts & Culture. Cercatelo su Google: vedrete che bello. Altra tappa di imprescindibile bellezza è la
con la statua del Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, capolavoro barocco di pura luce e lievità, ottenuto da un unico blocco di marmo. Da vedere è anche la Sala dei Rari della
dove è custodito il manoscritto dell’infinito di Giacomo Leopardi, di cui cade quest’anno il 200° anniversario.
severo
Museo Madre,
teca Nazionale
Cappella San-
Biblio-
Una pizza da regina
Non resta, dopo tanta grazia, che fermarsi per un “tazzulella” ristretta al Caffè del Professore in piazza Trieste e Trento. Se la fame chiama, c’è la pizza con la pasta morbida e i bordi alti, la cui arte è dal 2017 Patrimonio Immateriale dell’umanità. È risaputo che la Margherita fu inventata nel 1889, quando una focaccia con pomodoro, mozzarella e basilico, i colori del Tricolore, venne offerta a Umberto I di Savoia e alla consorte Margherita in visita in città. Oggi anche la pizza è parte di questa immortale bellezza, per lo più trascurata dalla luce del mezzogiorno.
Cristo velato