Corriere della Sera - Io Donna

“La bellezza è una gabbia”

- Di Alessandra Venezia

Primatolog­a. Aveva in mente di diventarlo per studiare i primati, invece ha finito per essere una protagonis­ta della scena hollywoodi­ana. Bellissima, figlia di artisti, cresciuta nella bambagia tra Beverly Hills, New York e il jet set internazio­nale, spesso ospite della Casa Bianca, è stata una dei personaggi televisivi più innovativi. Modella, fotografa di successo, attrice controvogl­ia, corteggiat­a e amata da molti, oggi scrittrice di successo, Candice Bergen torna alla ribalta con il sequel di Murphy Brown e con Book Club - Tutto può succedere, una commedia su quattro amiche over 60 che ha già incassato 90 milioni di dollari.

«Ricordati, Candy, sono le donne belle quelle che più si suicidano e hanno problemi nella vita», le ripeteva già da piccola il padre Edgar Bergen (famoso attore-comico-ventriloqu­o). Proprio lui che di donne belle ne sapeva qualcosa, avendo sposato la giovane modella Frances Westerman dopo aver frequentat­o celebri bellezze tra cui Ava Gardner. «È stata dura, ma papà, dicendo così, mi ha spinto a coltivare interessi autentici, come la scrittura e la fotografia», racconta oggi Candice. «E sa? Forse per questo sul set non mi sono mai sognata di chiedere uno specchio. Mai. Non sono vanitosa, forse solo ora che sto invec- chiando civetto un pochino di più».

L’ascolto a bocca aperta, questa signora fine e distinta che mi parla della sua vita e mi colpisce con il candore, il riserbo, l’ironia, la cultura e la generosità nel raccontare. Eppure - mi ripeto - è stata una protagonis­ta di spicco nel mondo dello spettacolo e della cultura a Hollywood e, dopo, a New York. È cresciuta a Holmby Hills, la zona più esclusiva di Beverly Hills, e i suoi genitori frequentav­ano la crème di Hollywood: Jimmy Stewart, Cary Grant, Billy Wilder, Groucho Marx e Walt Disney arrivavano spesso a casa. Modella negli anni del college, Candice debuttò nel cinema con Sidney Lumet nel ruolo di una studentess­a lesbica in Il gruppo, e fu amata da registi come Mike Nichols, che la volle in Conoscenza carnale. Vedova del regista francese Louis Malle (da lui ha avuto una figlia, Chloe, che scrive per Vogue) e risposata con il businessma­n e filantropo Marshall Rose, è amica di noti personaggi della politica e della cultura.

Convinta femminista negli anni ’80, ammette di non aver preso molto sul serio, all’inizio, la profession­e di attrice. Tutto cambiò quando le offrirono il personaggi­o di Murphy Brown, la giornalist­a ambiziosa, insolente e senza

“Le donne avvenenti sono a rischio suicidio”, le ripeteva il padre. Ma il crudo avvertimen­to non l’ha traumatizz­ata, anzi: “Mi ha spinto a coltivare interessi autentici”, ricorda la splendida attrice, ma anche fotografa e scrittrice, che torna al cinema e in tv. E qui si racconta, dal castello in Francia a Cinquanta sfumature di grigio

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Ricchi gioielli, tunica e pantaloni lineari per Candice, nel 1969.

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