Corriere della Sera - Io Donna
“La bellezza è una gabbia”
Primatologa. Aveva in mente di diventarlo per studiare i primati, invece ha finito per essere una protagonista della scena hollywoodiana. Bellissima, figlia di artisti, cresciuta nella bambagia tra Beverly Hills, New York e il jet set internazionale, spesso ospite della Casa Bianca, è stata una dei personaggi televisivi più innovativi. Modella, fotografa di successo, attrice controvoglia, corteggiata e amata da molti, oggi scrittrice di successo, Candice Bergen torna alla ribalta con il sequel di Murphy Brown e con Book Club - Tutto può succedere, una commedia su quattro amiche over 60 che ha già incassato 90 milioni di dollari.
«Ricordati, Candy, sono le donne belle quelle che più si suicidano e hanno problemi nella vita», le ripeteva già da piccola il padre Edgar Bergen (famoso attore-comico-ventriloquo). Proprio lui che di donne belle ne sapeva qualcosa, avendo sposato la giovane modella Frances Westerman dopo aver frequentato celebri bellezze tra cui Ava Gardner. «È stata dura, ma papà, dicendo così, mi ha spinto a coltivare interessi autentici, come la scrittura e la fotografia», racconta oggi Candice. «E sa? Forse per questo sul set non mi sono mai sognata di chiedere uno specchio. Mai. Non sono vanitosa, forse solo ora che sto invec- chiando civetto un pochino di più».
L’ascolto a bocca aperta, questa signora fine e distinta che mi parla della sua vita e mi colpisce con il candore, il riserbo, l’ironia, la cultura e la generosità nel raccontare. Eppure - mi ripeto - è stata una protagonista di spicco nel mondo dello spettacolo e della cultura a Hollywood e, dopo, a New York. È cresciuta a Holmby Hills, la zona più esclusiva di Beverly Hills, e i suoi genitori frequentavano la crème di Hollywood: Jimmy Stewart, Cary Grant, Billy Wilder, Groucho Marx e Walt Disney arrivavano spesso a casa. Modella negli anni del college, Candice debuttò nel cinema con Sidney Lumet nel ruolo di una studentessa lesbica in Il gruppo, e fu amata da registi come Mike Nichols, che la volle in Conoscenza carnale. Vedova del regista francese Louis Malle (da lui ha avuto una figlia, Chloe, che scrive per Vogue) e risposata con il businessman e filantropo Marshall Rose, è amica di noti personaggi della politica e della cultura.
Convinta femminista negli anni ’80, ammette di non aver preso molto sul serio, all’inizio, la professione di attrice. Tutto cambiò quando le offrirono il personaggio di Murphy Brown, la giornalista ambiziosa, insolente e senza
“Le donne avvenenti sono a rischio suicidio”, le ripeteva il padre. Ma il crudo avvertimento non l’ha traumatizzata, anzi: “Mi ha spinto a coltivare interessi autentici”, ricorda la splendida attrice, ma anche fotografa e scrittrice, che torna al cinema e in tv. E qui si racconta, dal castello in Francia a Cinquanta sfumature di grigio