Corriere della Sera - Io Donna
Gli deve molto. La scoperta del suo talento. Che poi l’ha portato lontano. Solo lui poteva “diventare” Almodóvar. A noi spiega come. Trasformandosi in un soldato. Sul lettino dello psicoanalista
U«Una coca cola nel deserto». È un uomo diviso tra due mondi, Antonio Banderas. La sua vita nordamericana porta con sé metafore inattese: ma il sollievo dall’arsura cui si riferisce, altri non è che Pedro Almodóvar, «una delle cose più belle che mi siano successe nella vita» e orgoglio di Spagna, con cui l’attore ha girato otto film. Ed è l’ultimo, - in Concorso al Festival di Cannes (14-25 maggio) e poi il 17 al cinema – a placare l’inestinguibile sete del migrante di lusso, a Hollywood sin dai primi anni Novanta. «Nemmeno nei miei sogni più audaci la voce di Pedro, dall’altra parte della cornetta, mi chiedeva di tornare a casa». Era già successo, nel 2011 per a 29 anni dal primo incontro ( è del 1982) che aveva segnato l’inizio di una stagione cruciale nella vita del regista, del suo attore feticcio e del cinema spagnolo. Ma questa volta la chiamata portava con sé un senso e una responsabilità diversa. Questa volta Antonio Banderas doveva interpretare Pedro Almodóvar. «Complicato» sospira l’attore, appena atterrato a Parigi - le riprese di «con la mia amica Salma Hayek» terminate solo il giorno prima. «Complicato, perché Pedro è difficile, meticoloso, non si accontenta mai. Ma qui c’era in gioco altro: questa volta mi ha chiesto di ripartire da zero, di mettere da parte tutti i trucchi imparati in una vita di lavoro. Mi sono presentato sul set come un soldato. Ubbidiente, ma curioso. Avevo bisogno di sapere: «Che cosa vedi in me che è anche parte di te?»
Roba da psicoanalisi.
Ho fatto un grande esercizio di umiltà perché lui potesse modellarmi giorno dopo giorno. E anche se mi ha dato i suoi vestiti, se la scenografia era casa sua e il taglio di capelli è inequivocabile, non volevo fare un’imitazione, ne sarebbe uscito un pastiche.
Che cosa voleva Pedro da lei?
Voleva che io raccontassi, non solo quello che era stato, ma soprattutto quello che non era stato e che