Corriere della Sera - Io Donna

Quello che le donne raccontano

- Antonella Baccaro The Atlantic walk of fame.

sare anche dai gabinetti pubblici. Dite che esagero? Leggo sulla rivista Usa che nel 1987, in California, un senatore, dopo aver visto per quanto tempo sua moglie e sua figlia avevano dovuto aspettare, rispetto a lui, per entrare nella toilette di un teatro, ha introdotto una legge per garantire alle donne proporzion­almente più servizi igienici.

L’attuazione della “potty parity”, espression­e spero intuitiva, si basa sul dato empirico che le donne hanno bisogno di più tempo per espletare i propri bisogni fisiologic­i, specie in alcuni giorni del mese. E che spesso spetta a loro, in famiglia, portare i figliolett­i al bagno, dove questi imprimeran­no l’impronta delle loro “zampette” proprio là dove non dovrebbero essere, neanche fossero sulla Per non parlare dell’abitudine di fare del bagno femminile quello per i disabili, a prescinder­e dal loro sesso. Una modalità che gli stessi disabili trovano assolutame­nte barbara.

Certo, allargare i servizi costa. Per questo in alcuni campus degli Usa hanno escogitato una soluzione economica: la scritta sulla porta del bagno degli uomini è stata cambiata da “men” in “all gender”. In questo modo quella toilette continua a funzionare per lo più per gli uomini. Ma quando la domanda aumenta, anche le donne, che conservano comunque la propria toilette “women”, possono accedervi. Sempre che ne abbiano il coraggio.

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