Corriere della Sera - Io Donna
80,9% l’8,2% 4,1%
È in questa zona grigia - in cui non è netto il confine tra complimento e avance sgradevole, tra scherzo e umiliazione, tra battuta e offesa - che bisogna mettere ordine, superando quel che si è sempre detto e pensato. «Nella nostra cultura e in modo particolare in quella maschile, deve entrare il concetto che pure certe espressioni non sono più accettabili: basta anche con le frasi sessiste spacciate per semplici battute!», incalza l’avvocato Rusconi, che vuole mandare un messaggio positivo: «Una donna che viene da me chiedendo aiuto vive sempre un lacerante conflitto tra il desiderio di tutelare la propria libertà e dignità e il legittimo desiderio di sviluppare una carriera, di vedersi riconosciuta per il proprio impegno professionale, quando non di proteggere il posto di lavoro. Sono due dimensioni esistenziali fortemente in lotta in chi subisce molestie, e l’avvocato o chi per lui deve approcciare questo conflitto con molta delicatezza. Io non incalzo mai una donna ad agire contro il molestatore, se non si sente più che pronta. Ma mi pare che oggi le donne che arrivano in studio abbiano più nitido il concetto dell’inviolabilità della propria libertà, e dunque un po’ più facilmente chiedono tutela. Sono portatrici di un nuovo humus culturale che si sta affermando? Forse sì, almeno io lo spero».
Nell’
dei casi sta zitta
appena ne parla con i colleghi
solo il con il datore di lavoro