Corriere della Sera - Io Donna
Ci voleva un regista geniale e chiacchierato come Roman Polanski per riportare alla ribalta uno dei casi più famosi di malagiustizia. Tra i protagonisti della vicenda Lucie Hadamard, la moglie dell’ufficiale accusato di essere una spia
Si chiama Lucie Hadamard ed è la moglie di Alfred Dreyfus, l’uomo diventato il simbolo della vittoria della verità contro la ragion di stato e i pregiudizi razzisti. Il suo celeberrimo caso giudiziario è tornato alla ribalta della cronaca perché è diventato J’accuse, il film di Roman Polanski, presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, che ricostruisce l’affaire del 1894 con protagonista e vittima il capitano dell’esercito francese Dreyfus, di origini alsaziane. La sua famiglia, ebrea e molto benestante, sentendosi “francese” si era trasferita a Parigi una ventina di anni prima, subito dopo che l’alsazia era diventata tedesca alla fine del conflitto franco-prussiano.
In Francia il loro bravo e patriottico figliolo Alfred si merita presto la divisa da ufficiale e conosce a un ricevimento la figlia di un ricco commerciante di diamanti, Lucie-eugenie Hadamard. Lei ha dieci anni meno di lui, è una signorina altoborghese e crede negli stessi principi: i due si piacciono e anche le famiglie sono d’accordo. Così i “ragazzi” (lui trent’anni, lei venti) si fidanzano e poco dopo si sposano nella Grande Sinagoga di rue de la Victoire, dove a officiare il rito è il gran rabbino di Francia in persona.
Viaggio di nozze in Italia e in Svizzera, scappatina in Alsazia e poi nella bella casa a Parigi, a due passi dagli Champs Elisées. Un anno dopo nasce il primo bambino, Pierre-léon, e due anni dopo la piccola Jeanne, gioia del suo papà. Tutto perfetto, nella vita della giovane signora Dreyfus, che fa la mamma e la moglie, il ruolo che lei pensa sia quello giusto per le donne. Poi il 15 ottobre del 1894 un fulmine a ciel sereno: suo marito è arrestato. Una tale Marie Bastian, che fa le pulizie all’ambasciata tedesca ma in realtà è una spia del francesi, trova in un cestino della carta straccia un biglietto nel quale qualcuno dello stato maggiore francese comunica ai tedeschi informazioni riservatissime. La Bastian lo porta al maggiore Hubert Joseph Henry del controspionaggio, che subito