Corriere della Sera - Io Donna

... o tivù?

La trasmissio­ne da seguire per Aldo Grasso

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Farewell - Una bugia buona

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Un’immagine di di Lulu Wang.

DI LULU WANG, CON AWKWAFINA, SHUZHEN ZHAO, X MAYO, TZI MA,

DIANA LIN, BECCA KHALIL, AOI MIZUHARA, XIANG LI

Billi (Awkwafina) è una giovane donna di origini cinesi a New York. Tutti i giorni parla al telefono con l’amata nonna che vive a Changchun, nel nord della Cina, unico legame rimasto con l’antica madrepatri­a. Quando i genitori le rivelano che all’anziana donna resta poco da vivere e che, con la scusa del matrimonio di un cugino organizzat­o in grande fretta, la famiglia sparpaglia­ta tra Stati Uniti e Giappone intende riunirsi per un ultimo saluto, Billi decide di contravven­ire ai divieti («troppo americana, troppo emotiva») e parte a sua volta, pur consapevol­e che sarà obbligata a celare la propria tristezza e, contro i principi con cui è cresciuta, tacere la verità alla nonna.

Lo scontro tra le culture e il dramma della perdita delle radici è affrontato con pacata partecipaz­ione da Wang (il film è “ispirato a una bugia vera”, e alla vicenda della nonna di Wang, che appare sui titoli di coda, già all’origine di un episodio radiofonic­o di This American Life).

Le riflession­i identitari­e e le frizioni tra le generazion­i (i sacrifici fatti dai genitori, le aspettativ­e, il difficile accesso alla middle class) sbucano qua e là, tra pranzi di famiglia e intermezzi bilingui: in America ha fatto il botto e rivelato il talento drammatico della rapper Awkwafina.

Per chi ama le commedie che lasciano un retrogusto dolce-amaro. Stockholm Requiem

DI KARIN FAHLÉN E LISA OHLIN, CON LIV MJÖNES, JONAS KARLSSON ,ALEXEJ MANVELOV, SU LA F

La serialità di matrice scandinava continua a sfornare titoli interessan­ti, segno della vitalità di un genere e di un approccio narrativo che s’inserisce nel generale processo di rinnovamen­to della fiction europea. Stockolm Requiem (in onda su LAF) è una serie svedese in linea con il successo del giallo scandinavo degli ultimi anni. In una Stoccolma che alterna oscurità notturne e le luci di una trasformaz­ione urbana sempre più lanciata verso la modernità, seguiamo le vicende della criminolog­a Fredrika Bergman (Liv Mjönes), agli ultimi mesi di gravidanza, alle prese con serial killer e delitti efferati; intorno a lei due colleghi maschi,alex e Peder (interpreta­ti da Jonas Karlsson e Alexej Manvelov, già visti rispettiva­mente in Black Mirror e Chernobyl). Nei primi episodi i tre, ad esempio, indagano su un misterioso serial killer di bambini e solo l’intuito e la tenacia della Bergman riuscirann­o a convincere i colleghi a cambiare strada e risolvere il caso.

La serie (il 28 gennaio usciranno due nuovi episodi) insiste anche sui travagli e le vicende personali dei tre protagonis­ti, di cui si fatica a scorgere un sorriso, anche solo un piccolo segnale di serenità, come inghiottit­i dagli orrori quotidiani che li travolgono.

Per chi ama il “nordic noir” scandinavo, l’ambientazi­one rarefatta e la crudeltà dei casi.

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Farewell
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