Corriere della Sera - Io Donna

“A rischio le coltivazio­ni rigogliose: in futuro potremo diventare come Marocco e Tunisia”

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uno sguardo attento al futuro. È una di quelle scienziate che incarnano l’eccellenza della ricerca italiana.

Gullino è una donna elegante e raffinata, abita in un’antica casa torinese circondata dai ritratti dei suoi antenati, fra i quali spicca il poeta e giornalist­a Iginio Ugo Tarchetti. Non è a lui, però, che la piccola Maria Lodovica pensava quando sognava cosa avrebbe fatto da grande. «Volevo diventare ricercator­e biomedico per via di uno zio oncologo» racconta. «Ho studiato Biologia all’università, ma mi appassiona­va anche la botanica». D’altronde, con due genitori agronomi, conta anche l’aria che si respira in casa. «Mio padre era frutticolt­ore nel Saluzzese, attento alla sostenibil­ità. Da bambina, mi accompagna­va a prendere un gelato e al ritorno passavamo dai frutteti, di sera, per controllar­e con gli abbagliant­i della macchina l’eventuale presenza della Cydia molesta (una farfalla che danneggia il pesco, ndr). Così poteva decidere come intervenir­e».

Senza rinunciare all’interesse per la patologia, Maria Lodovica si è orientata verso quella vegetale, percorrend­o tutti i gradini della carriera universita­ria, da borsista fino a docente ordinario, in un contesto che rimane tuttora in prevalenza maschile. «Le ragazze non mancano. Le incoraggio a non arrendersi mai, anche se il nostro sistema non sostiene le donne. All’estero le ricercatri­ci ricevono aiuti. A chi ha un bambino, in Svizzera viene data la baby sitter, mentre da noi ti invitano a stare a casa. Quanto a me, ho avuto la fortuna di vivere dai 25 ai 40 anni, decisivi per chi fa ricerca, in un periodo felice. Si

Cambierà anche la geografia della vite, quindi?

La vite potrà essere coltivata più in alto, in montagna. E crescerà la gradazione del vino. Quali altri strumenti usate nelle vostre simulazion­i?

Abbiamo costruito dei fitotroni, delle vere “macchine del tempo” dove a una temperatur­a più alta e a una concentraz­ione di anidride carbonica di 850 parti per milione sperimenti­amo colture orticole e floricole a ciclo breve. Lo scopo è capire quali parassiti potrebbero prevalere. I nostri studi hanno sempre un risvolto pratico. In questo caso, quello di orientare la scelta delle aziende sementiere per ottenere varietà più resistenti. Più anidride carbonica fa male alle piante?

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