Corriere della Sera - Io Donna

No alla ribellione, sì a qualche piccolo passo significat­ivo

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cresci in una classe con tanti colori, non vedi il problema». L’inclusione è ad ampio raggio: disabili e omosessual­i fanno parte del gruppo dei pari, senza differenze: il 74 per cento accetta persone con disabilità fisiche, il 71 gli stranieri, il 68 i gay. E i più aperti di tutti sono i ragazzi che non si schierano politicame­nte, né a destra, né a sinistra.

Lasciare la famiglia? Non c’è motivo

La Generazion­e Z è più istruita delle precedenti, non si affida alle ideologie ma nemmeno alla religione, e ha poca fiducia nello Stato (però non vuole uscire dall’europa: politici ricordatev­elo!). Conta solo su di sé, pur sapendo che sarà dura: «Si rende conto delle difficoltà a realizzare le proprie aspettativ­e», continua Secci. Anche perché, ammettiamo­lo, non è che noi genitori gliela stiamo rendendo facile. Più della metà dei giovani infatti sostiene che gli adulti hanno lasciato un mondo inquinato, e quasi la metà dei figli sostiene che i grandi non riescono a capirli. Però, incredibil­e, il 62 per cento è soddisfatt­o delle relazioni che ha con i genitori, e una percentual­e solo di poco inferiore del rapporto con i fratelli. «I punti di riferiment­o dei ragazzi restano mamma e papà, anche se loro non sono riusciti a evitare di mostrare le sconfitte, come un divorzio o la perdita del lavoro. Ne vedono i limiti, ma vivono in continuità».

Secondo Anna Tagliabue, si tratta addirittur­a di un “cambiament­o epocale”: «I figli sanno tutto dei genitori, c’è vicinanza. Perché uscire di casa se non ci sono divieti ed è più comodo? La rottura arriverà, è fisiologic­a, ma dopo».

Conferma Romana Petri, insegnante in un istituto superiore di Roma e scrittrice (ha appena pubblicato Figlio del lupo, Mondadori): «C’è chi consiglia libri da leggere al padre, che in casa si annoia; chi si lamenta della madre sempre attaccata a Facebook. Molti genitori sono immaturi e anaffettiv­i. Molti figli sono fragili ma maturi». La ribellione delle generazion­i precedenti è impossibil­e. Come scrive Matteo Lancini, psicoterap­euta e presidente della Fondazione Minotauro di Milano, nel suo nuovo libro Cosa serve ai nostri ragazzi (Utet), «la trasgressi­one non esiste più, il problema centrale è la delusione: nessun adulto, Chiesa, Stato, padre da contrastar­e».

 ??  ?? Nativi digitali, i ragazzi della Generazion­e Z sui social raccontano solo una parte di sé, quella che vogliono mettere in mostra.
Nativi digitali, i ragazzi della Generazion­e Z sui social raccontano solo una parte di sé, quella che vogliono mettere in mostra.
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Un dato che sorprende: il 62 per cento della Generazion­e Z è soddisfatt­o della relazione con i propri genitori.
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Nella Generazion­e Z l’inclusione è ad ampio raggio: il 74 per cento tra loro accetta persone con disabilità fisiche, il 71 gli stranieri, il 68 i gay.

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