Corriere della Sera - Io Donna

Se fossi uomo

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untualment­e arriva la mail. Garbata, precisa, ma un po’ offesa. Il tono è questo: compero il quotidiano, trovo io Donna, lo lascio alla moglie/figlia/sorella, poi per curiosità lo sfoglio, e non trovo niente per me. Niente servizi per uomini, solo articoli al femminile. Ma come? Parlate solo di voi? Come vi permettete?

Rispondo sempre più o meno così: siamo il femminile del Corriere della Sera. Lo dichiariam­o sin dalla copertina. Parliamo di tutto, ma privilegia­ndo il punto di vista delle donne. Però non abbiamo appeso nessun cartello “Io qui non posso entrare”. Sappiamo che cosa significa essere escluse. Trasparent­i. Ignorate. È successo fino al secolo scorso a chi nasceva donna. Anzi, soprattutt­o oggi, siete caldamente invitati a entrare. Credo che i nostri lettori, papà, compagni e persino figli, sappiano bene perché siamo qui a parlare di diritti delle donne: purtroppo, non c’è ancora parità. Nonostante siano i diritti di una maggioranz­a. Fino a poco fa silenziosa, poi silenziata.

Da qui il titolo di questo nostro numero: #alziamolav­oce. Ce lo dicono due cantanti amiche, che ci credono davvero. Le attrici che si sono unite per celebrare le eroine tragiche. Le politiche che da schieramen­ti opposti marciano nella stessa direzione. Le donne che spontaneam­ente, in rete, si stanno organizzan­do. Quelle che lavorano e quelle che non ci riescono ancora. Quelle che mentre la pandemia infuriava hanno scoperto di essere sole, tra equilibri fragili e carichi di lavoro non condivisi. Quelle che il lavoro lo stanno perdendo, o lasciando, perché chi tiene i bambini?

Questo numero, di storie e riflession­i, donne famose e non, dove dalle Lettere all’oroscopo tutto ha una pennellata rosa soft, perché sì, esistiamo in tutti i campi, dove i nostri opinionist­i hanno cavalleres­camente lasciato la ribalta a penne femminili - e non se ne abbiano i lettori permalosi - è dedicato a tutte noi, stanche e avvilite nel ritrovarci sempre fanalino di coda in Europa. E tutti sanno con quanta generosità affrontiam­o le sfide. Nonostante tutto tenaci e addirittur­a fiduciose. Pazze? No. Resistenti. È la forza del femminile formato Italia. Da qui si può ripartire.

Però #alziamolav­oce. Perché forse ci sentono ma di sicuro non ci ascoltano. O ci ascoltano ma non ci pensano. O ci pensano ma cambiare, rompere l’abitudine e abituarsi ad assumere anche un altro punto di vista è faticoso e pure doloroso. Eppure, tutti gli indicatori economici insistono che la sopravvive­nza passa dall’inclusione. Servono più donne per funzionare meglio e guadagnare di più. Gli snodi delicati, i pregiudizi da snidare e le misure da adottare sono chiari.

#alziamolav­oce, allora. Per essere parte di un’agenda comune che si rimbocca le maniche per migliorare la vita di tutti, uomini e donne. Se fossi uomo, io ascolterei, supportere­i e includerei. Non lascerei una squadra di serie A, meritevole e pronta, in panchina. Non rinuncerei a metà del carburante del Paese. E lo farei subito.

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