Corriere della Sera - Io Donna
“SE CI UNIAMO SIAMO PIÙ FORTI” CRONACA DI UNA RIBELLIONE
Appelli, reti, movimenti spontanei, battaglie social a colpi di hashtag. Così, nel pieno dell’emergenza, voci e volti della società civile hanno alzato la testa. Perché ogni decisione ci riguarda
Daniela Carlà, coordinatrice di Noi Rete Donne.
Questa è la cronaca di tre mesi di mobilitazioni dal basso di tante, tantissime donne. La cronaca di cosa hanno fatto, di quel che hanno chiesto e (qualche volta) ottenuto. Mentre si organizzano per costruire, a colpi di idee pragmatiche, il futuro post Covid-19, anzi - dicono - una nuova civiltà. 31 marzo 2020: la prima lettera
Mentre l’italia è murata nelle case e l’europa è spaccata tra le spaventose dimensioni della crisi e l’urgenza di risalirla, il giornale Noi Donne e l’associazione Noi Rete Donne coglie la coincidenza eccezionale di due signore ai vertici delle istituzioni europee - Ursula von der Leyen e Christine Lagarde e scrive loro una lettera-appello. Comincia con «Siamo a una difficilissima prova della storia» e così si conclude: «Confidiamo che deciderete senza mai perdere di vista il vostro essere donne, fattore decisivo per ridisegnare le priorità economiche e consolidare la democrazia e i diritti civili acquisiti». Sulla lettera piovono le firme di 3600 persone e moltissime associazioni. «Ad alcuni sarà anche parsa una lettera naïf: noi volevamo scommettere proprio sul fatto che fossero donne e che perciò non fosse possibile che non si accorgessero delle responsabilità da assumere», ci racconta Daniela Carlà, coordinatrice di Noi Rete Donne. «Nei momenti critici, è più facile che le donne generino idee di rottura, liberandosi dalla coazione
Ester Rizzo Licata, Coordinatrice di Toponomastica femminile.
donne sempre in fondo, tenute alla larga da dove conta esserci! Dieci giorni dopo, la task force a guida Colao verrà integrata con cinque esperte, il Comitato Tecnico Scientifico a guida Borrelli di sei (vedi anche a pag. 91). Le ispiratrici di Datecivoce commentano: «È un primo passo verso il futuro, ma l’equa presenza non è una concessione».
Siamo tutte “massaie”!