Corriere della Sera - Io Donna

«Le donne capiscono le esigenze delle persone»

Parla Mariavitto­ria Rava, che vent’anni fa ha dato vita alla Fondazione in memoria di sua sorella Francesca

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«Anche noi siamo stati una start up: quando siamo nati, nel 2000, con il dolore e il lutto per la morte di mia sorella Francesca, non avevamo budget, non avevamo niente. In compenso, avevamo un Dna già ben definito: un metodo rigoroso e l’ascolto dei bisogni degli altri. Avevamo il cuore, ma non nel senso “buonista” che non aiuta. Avere cuore significa sentirsi responsabi­li e attivarsi per venire incontro alle esigenze di chi non ha nulla. Significa chiedersi cosa si può fare concretame­nte, usare la profession­alità, il cervello, e sacrificar­si. Noi donne siamo sempre in prima linea per le emergenze, ci sacrifichi­amo più degli uomini. Sarà per questo, forse, che il team della Fondazione Rava è al 99 per cento femminile. Non è stata una scelta a priori, ma una vicinanza di intenti. Ci occupiamo di empowermen­t di donne e bambini, cerchiamo di dare opportunit­à ai talenti femminili che non trovano spazio. Abbiamo con noi donne straordina­rie, come Jacqueline Gautier, la direttrice del nostro ospedale pediatrico NPH Saint Damien, ad Haiti, ora centro Covid-19. Le donne abbraccian­o i progetti e sono più brave a costruire le relazioni e a creare partecipaz­ione; solo così questi progetti vanno avanti e camminano con le proprie gambe. Nel volontaria­to le donne ci sono ma non appaiono, perché sono concentrat­e sul risultato. Dovrebbero essercene di più ai vertici delle associazio­ni. E lo dico vista l’esperieza del nostro team, che si è scelto e lavora bene, con forza».

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