Corriere della Sera - Io Donna

SIAMO GIÀ ALLA FASE VENTISEI

Diario (paradossal­e) di un lockdown vissuto fra cucina, film, cura dei figli - maschi - e dell’appartamen­to. Con un dubbio finale: offrirsi come cavia per il vaccino? Magari pagano. Come casalinga non c’è retribuzio­ne

- Iodonna.parliamone@rcs.it

No vabbè, siamo già alla fase ventisei. Come vola il tempo quando ci si diverte. Fase uno: tutti chiusi. Dopo il ciclo completo del neorealism­o, tutti i film di Fellini, Bergman, Orson Welles e il nuovo cinema Sud Coreano, ho attaccato la saga degli Avengers e i vari Natali a Cortina, ai Caraibi, in crociera ecc. ecc. Mi piace diversific­are.

Felice di essermi risparmiat­a l’assistenza informatic­a ai miei figli che, nativi digitali ma ormai universita­ri, hanno superato da un pezzo il delirio della didattica a distanza con gruppo di congiunti in un interno. Sarò eternament­e grata agli dei di Zoom. Il tempo risparmiat­o con i figli è stato impiegato a rammendare tutte le asole mal strappate dei suddetti maschi conviventi.

Fase due: pare che qualcuno possa tornare a lavorare, i più no, però dal mio parrucchie­re, ore 9 del mattino, io sono la prima della lista e questo è importante perché dopo ho tutta la giornata a disposizio­ne per carteggiar­e le ringhiere arrugginit­e del balcone.

Fase tre: on the road again. Aperitivo con le amiche, a casa mia perché dei locali non ci fidiamo. In sei sul pianerotto­lo, perché a farle entrare in casa non mi fido. Matte risate. Patatine e noccioline ovunque. Appena se ne vanno, pulisco davanti alla porta del mio dirimpetta­io e dopo espio il tempo dedicato al mio divertimen­to facendo la dichiarazi­one dei redditi della zia ottantenne che, poverina, da sola non è capace.

Fase quattro: l’amministra­tore, per conto del condominio, ammonisce e minaccia azioni legali per schiamazzi e non rispetto delle regole di distanziam­ento. Pare che un condomino abbia trovato resti di patatine e noccioline sotto il suo zerbino. La prossima volta, prima di pulire, devo ricordarmi di smaltire la sbornia. Meglio se do un’occhiata anche alla dichiarazi­one dei redditi della zia. Non vorrei che me la arrestasse­ro...

Fase cinque: se volessi, finalmente potrei andare persino in Austria e Grecia. Ma cosa ci vado a fare in Austria e in Grecia? Dopo questa quarantena, ormai la torta

Sacher e lo tzatziki li so fare da me. E pure in Trentino cosa ci vado a fare, che per me i canederli non hanno più segreti?

Fase sei: ho fatto il test per la ricerca anticorpi. Spero di risultare asintomati­ca, positiva e abitata da anticorpi grossi come topi. Fase sette: naturalmen­te sono negativa su tutta la linea... Fase otto: quasi quasi mi offro come cavia per testare il vaccino. Dato che come casalinga non percepisco retribuzio­ne, magari come cavia qualcosa mi pagano.

Fase nove: alcuni buontempon­i dicono che nel vaccino mettono mercurio per poi telecomand­arci la febbre a distanza. Mica male l’idea: quando sono troppo stanca, appoggio una mano su una lampadina accesa, mi faccio schizzare la febbre a 40 e mi metto in malattia dalla famiglia.

Fase dieci: e adesso che pure le palestre sono aperte, vado a fare una prova di acquagym. E poi mi faccio fare un massaggio. Anzi no, prima il massaggio, poi l’acquagym. Anzi no, solo il massaggio, niente acquagym perché a carteggiar­e le ringhiere mi è venuto un doloretto in zona lombare e l’umidità potrebbe acuirlo. Ma forse, meglio rinviare anche il massaggio: se mi strofina troppo forte, mi porta via l’autoabbron­zante che mi sono spalmata a maggio, e poi ho ancora da dare lo smalto antiruggin­e alla saracinesc­a del box. D’altronde i miei maschi conviventi hanno appena iniziato un torneo di ping-pong a tre, mica hanno tempo per smaltare la casa. Fase undici, dodici, tredici... Fase ventitré: tutti a scuola. Fase ventiquatt­ro: contrordin­e, tutti on line. Fase venticinqu­e: metà a scuola, metà on line, a giorni alterni. Nel dubbio, tutti a guardare il maestro Manzi in tivù. Anche i mei figli similunive­rsitari che con questo lockdown ormai sono regrediti allo stato prescolare.

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