Corriere della Sera - Io Donna
Das Boot 2
A proposito di Henry
Harrison Ford e Annette Bening nel film di Mike Nichols.
Angoscia, distruzione, complotti. Sono gli ingredienti chiave della seconda stagione di Das Boot, serie “di guerra” tedesca in onda su Sky Atlantic che conferma quanto di valido fatto vedere nel primo atto. Ispirata all’omonimo romanzo di Lothargünther Burcheim, la serie è di fatto il sequel del film kolossal del 1981 uscito in Italia come U-boot 96 e si sofferma sugli anni cruenti del secondo conflitto mondiale. Das Boot conferma l’ottimo stato di salute della serialità tedesca, capace di riflettere sui punti oscuri del proprio passato più recente; in otto episodi, la seconda stagione insiste su uno schema consolidato, in cui l’alternarsi tra la terraferma e i sottofondi marini crea un senso perenne di claustrofobia e di tensione di sicuro impatto emotivo. La narrazione riparte dal 1942, nel pieno del conflitto e della volontà di espansione della Germania nazista. Das Boot è una classica “war series”, quasi un romanzo di guerra in cui tutto concorre a svelare l’assurdità e gli orrori della guerra. Dove la serie riesce meglio è nelle scenografie, nella cura estetica e nei dettagli dell’immagine, tutti elementi che orientano lo spettatore verso un contesto militare fatto di ordini, intrighi e solitudini.
Per chi ama i racconti di guerra e i sequel di successi immortali scolpiti nell’immaginario.