Corriere della Sera - Io Donna

PREMIO LETTERARIO

-

piaciuto,

ro». Cosa ci insegna una storia come la sua? «Non ho pretese di insegnare, la mia è una forma di protesta verso chi si gira dall’altra parte: aprite gli occhi, guardatevi in giro, chiedetevi cosa succede nelle famiglie».

Di coraggio parla anche Nadia Busato già autrice di Non sarò mai la brava moglie di nessuno (Sem) e, ora di Padania Blues che ha per protagonis­ta una bellissima ragazza «che sarebbe perfetta come velina bionda” con la testa piena di sogni di carriere televisive per fuggire dal paesino della pianura padana dove non sai mai se c’è nebbia o è fumo degli scarichi. «Nel personaggi­o di Barbie ci sono pezzi delle tante femmine acerbe intrappola­te nella stessa provincia: la sua forza è scommetter­e su tutto quello che ha. È questo il coraggio? Penso di sì. Nel suo caso punta sul corpo, quasi se lo riprende. Il corpo riempie la vita di una donna, riprenders­elo da protagonis­ta serve a spostare la narrazione dallo stereotipo maschile che lo vede come qualcosa che deve sempre avere una funzione, sia essa risvegliar­e il desiderio o fare figli». Uscita dal coma, Barbie svelerà i segreti nascosti dietro al moralismo della piccola città da cui non è riuscita a fuggire. Ma perché le eroine, come la sua, sono spesso in fuga? «Siamo a un punto tale che anche una sciampista come Barbie che non ha modelli culturali sa che certe cose sono sbagliate, che non ha chance di vivere neppure le sue contraddiz­ioni, è stretta in una gabbia. La sensazione costante è quella dell’inadeguate­zza, di non vivere la propria vita». E in fondo rispecchia un disagio da cui a volte anche noi lettrici siamo sfiorate: che il meglio sia altrove.

Emozioni,pensieri,turbamenti,statid’animo femminili che conosciamo bene e che le brave scrittrici sanno far affiorare alla superficie, regalandoc­i il transfert di un’identifica­zione che non ci fa staccare dalle pagine. Ma se le autrici sono brave a farlo, a questo punto la curiosità è una: uno scrittore è altrettant­o capace di sminuzzare i pensieri di una donna? Di

Nadia Busato è nata a Brescia, scrive per il teatro e il cinema, e si occupa di comunicazi­one.

Roberto Costantini, ingegnere e docente. I suoi personaggi sono ricchi di sfaccettat­ure. sfaccettar­e un’eroina letteraria con la sicurezza di un Flaubert che si sostitusce a madame Bovary?

Capita nella narrativa che i personaggi femminili creati dagli uomini abbiano qualcosa di stereotipa­to. Non succede a Roberto Costantini, ingegnere e docente di Business Administra­tion alla Luiss Guido Carli di Roma. Vendutissi­ma in Italia e all’estero la sua Trilogia del Male con protagonis­ta il commissari­o Michele Balistreri (Marsilio), è appena arrivato in libreria Anche le pulci prendono la tosse (Solferino). Qui ci interessa come autore di Una donna normale, thriller che ha per protagonis­ta Aba Abate, marito aspirante scrittore e figli adolescent­i. Aba non è un’impiegata ministeria­le come tutti credono, ma una funzionari­a dei servizi segreti con il delicatiss­imo compito di reclutare e gestire gli infiltrati nelle moschee.

Costantini usa un doppio registro: Aba racconta di sé e della sua vita di famiglia in prima persona, mentre le parti del lavoro segreto che svolge sono in terza persona. È difficile calarsi in una donna, gli chiediamo? «Sì» risponde netto. «Specie nelle parti di interazion­e con gli altri personaggi. Sono sposato da anni con la stessa moglie, ho figli più che ventenni, quindi conosco ciò che fa una madre all’opera. Ma una cosa è vedere da terzo come interagisc­e con i ragazzi, un’altra è coglierne i pensieri: è difficile comprender­e il perché di certi gesti, a cosa portano. Le azioni le comprendi, le motivazion­i sono più difficili da cogliere. È come se stessi imparando una lingua nuova ma la sfida mi intriga e alla quarta storia sarò a posto» scherza. Nelle parti in cui descrive il lavoro le cose filano via più lisce? «È più facile, per anni ho avuto donne come collaborat­rici o capi. Ma sul lavoro, come capita a molte, devi anche far buon viso a cattivo gioco, ingoiare bocconi amari: il rischio è non comprender­e, da uomo, certe motivazion­i che possono sfuggire o essere eccessivam­ente semplifica­te». Per ora è un pericolo che non corre, la sua Aba veleggia in cima alle classifich­e. E ci dice che le donne possono essere fragili e forti cercando l’equilibrio tra lavori complessi e famiglia. O, se colte dalla stanchezza, accomodars­i sul divano con un libro. E lasciarsi ispirare da un’ eroina.

Nadia Busato

Padania blues di Nadia Busato (Sem). Tentativi di fuga dal modello sociale sovranista che racconta il Nord d’italia.

Il corpo riempie la vita di una donna, riprenders­elo da protagonis­ta serve a spostare la narrazione dallo stereotipo maschile che lo vede come qualcosa che deve sempre „ avere una funzione

Una donna normale di Roberto Costantini (Longanesi). Aba Abate, agente sotto copertura, al centro di un thriller che nasce dalle cronache degli sbarchi.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy