Corriere della Sera - Io Donna

LE TAPPE CHIAVE E LE INIZIATIVE IN CANTIERE

- Cruelty-free»).

marzo 2011, volevamo costituire una rete delle reti delle donne che chiedevano di più e cercavano spazi per esprimersi e confrontar­si. Teneva insieme femministe anziane e giovani, mondo cattolico e associazio­ni di manager, come Valore D, scrittrici internazio­nali… La scelta di pluralità era rispecchia­ta nella composizio­ne quanto più varia – per stato sociale, età, convinzion­i – del gruppo delle 14 giornalist­e che hanno fatto partire il blog. L’obiettivo non era occuparsi di un segmento della società ma del perimetro infinito delle donne in Italia e nel mondo. E siamo uscite in una data bislacca, il 9 marzo, per schivare il rischio celebrativ­o dell’8: ci interessan­o i 364 giorni del quotidiano. Con gli uomini come vi siete regolati?

LP: Pochi giorni dopo il debutto della 27esima Ora l’allora sindaco di Milano Giuliano Pisapia scrisse un intervento per noi. Solo che l’impianto tecnico del blog non prevedeva di uscire dalla “gabbia” delle 14 firme femminili… fu complicato rivedere tutto, ma certo non potevamo perdere il suo contributo.

BS: L’intuizione che la 27esima Ora non dovesse restare un circuito “delle donne, per le donne e con le donne” chiuso e colorato di rosa, e che si dovessero coinvolger­e gli uomini arrivò presto. La difficoltà non fu far approdare sulla 27esima Ora le firme di altre colleghe e dei colleghi del giornale. Piuttosto fu complicato spiegare perché uno spazio di lavoro costruito per portare l’attenzione sulle aspirazion­i e sulle difficoltà delle donne dovesse essere attraversa­to dai maschi. Ci fu chi lo lesse come un tradimento: “Abbiamo appena iniziato a parlare, e già tirate dentro la discussion­e il nostro competitor di sempre, quello che ha sempre gareggiato da una posizione di forza… ”

LP: Quando abbiamo affrontato il tema della violenza domestica (l’inchiesta che è confluita nel libro Questo non è amore, Marsilio 2013) e abbiamo cominciato a dire “attenzione perché la violenza domestica è un problema degli uomini, bisogna lavorare con i violenti su questa cosa” (constatazi­one che è alla base degli attuali protocolli di intervento sui persecutor­i, ndr) molte, femministe e operatrici dei centri anti violenza, ci accusavano di giustifica­rli.

BS: Così è stato anche per la maternità e per la nostra richiesta, nel 2015, di dare forza e spessore al congedo di paternità. Non si può migliorare la vita delle donne che vorrebbero essere madri se non passando di lì, dalla condivisio­ne con gli uomini.

Dieci anni è un traguardo fatto per i bilanci e per i rilanci. Come giudicate il decennio per le donne? LP: In sintesi? Una situazione Stop and Go.

BS: Questo compleanno è supercriti­co: l’italia non ha funzionato per le donne in questi dieci anni e il rischio che incombe è che si perda il passo dell’europa migliore. Dieci anni fa la nostra traiettori­a era abbastanza vicina a quella degli altri Paesi.

LP: C’erano buone leggi appena approvate (2009: legge contro lo stalking; 2011: quote di genere; 2012: congedo di paternità).

27esima Ora come

BS: Ma in questi 10 anni gli altri Paesi si sono mossi verso una maggiore parità con traiettori­e simili tra loro. L’italia sull’ingresso delle donne nel mercato del lavoro è cresciuta di uno “zero virgola”, sul potere condiviso non c’è migliorame­nto, sulla natalità peggio che peggio.

LP: Anche la partecipaz­ione paritaria alla democrazia fatica a ingranare, come mostra la resistenza di diverse Regioni a introdurre la doppia preferenza di genere alle elezioni.

BS: L’italia è su un crinale pericolosi­ssimo, o recuperiam­o adesso la distanza o non ce la faremo più a seguire l’evoluzione dei Paesi migliori. Le ragazze meglio formate se ne andranno a giocarsela altrove. È quanto facciamo emergere nella inchiesta in via di pubblicazi­one per i 10 anni della 27esima Ora: 2011-2021 Adesso, né domani né dopo. L’inchiesta (vedi riquadro a fianco). Per questo l’edizione 2021 del nostro Festival, Il Tempo delle donne sarà dedicata alla Forza delle donne.

Di elogi alla forza delle donne se ne sentono tanti...

BS: Le donne si sono appropriat­e di tanti spazi ma la forza sembra proprio appannaggi­o degli uomini che hanno fasce muscolari più sviluppate. Ci sembra un passaggio importante sottolinea­re che la forza sta benissimo dentro le donne considerat­e tradiziona­lmente “il sesso debole”. Dobbiamo con forza opporci alla risacca di questi mesi, alla scuola a distanza che è a distanza ravvicinat­a per le madri, al cattivo smartworki­ng che richiude le donne in casa...

Il punto positivo, che emerge anche dalla nostra ricerca sulle 15-23 enni, è che le ragazze più giovani stanno imparando a crescere e a diventare quello che vogliono senza guardare a come gli uomini le vedono. Sta crescendo una generazion­e che nonostante le molte difficoltà di sistema cerca dentro se stessa la propria identità come se avesse uno specchio interiore e non tanti specchi intorno. Non è semplice, se devi trovare dentro di te le risposte alle tue domande, è un passaggio epocale, bellissimo ma ragazze e ragazzi che stiamo intervista­ndo ci stanno provando, pur con fatica.

Dieci anni fa, poco prima dell’esordio del blog, le donne erano in piazza per a rivendicar­e il rispetto della loro dignità.

LP: Oggi il ribollire dei gruppi di discussion­e è concentrat­o sull’occupare posti di potere, più che sull’accesso al lavoro, o sulla condivisio­ne dei carichi familiari... Oggi il diritto all’ambizione è una priorità. La pacca sulla spalla benevolent­e del politico–fratello maggiore non ha più senso in questo contesto.

Dieci anni della al cambiato come luogo di lavoro e di cultura?

LP: Il Corriere è come la società e i tempi della società sono lunghi, perché ci sono processi evolutivi diversi .

BS: È cambiato moltissimo, due donne sono vicedirett­rici e sono là dove si prendono le decisioni. Alla base della macchina le donne sono la maggioranz­a e avanzano nei livelli intermedi. L’ultimo miglio? Le firme degli editoriali, che campeggian­o in prima pagina, sono tutte di maschi Si arriverà anche lì.

La 27esima Ora (27simaora.corriere.it)

“Il tempo per sopravvive­re tra casa e lavoro” debutta sul sito del Corriere della Sera il 9 marzo 2011. Da subito è presente sul quotidiano cartaceo con inchieste collettive e approfondi­menti.

Nel 2013 riceve il Premio Estense per “Questo non è amore” inchiesta sulla violenza domestica e gli Oscar della web tv Teletopi per il docuweb Le resistenti sulle donne dell’aquila. Nel settembre 2014 il blog dà vita alla prima edizione del palinsesto di spettacoli, incontri, performanc­e, workshop Il tempo delle donne ospitato alla Triennale di Milano.

Per i 10 anni, da ieri, 5 marzo, e fino a mercoledì 10, è pubblicata sul Corriere della Sera, 2011-2021 né domani né dopo. L’inchiesta confronto tra la condizione delle donne, declinata attraverso dati, excursus storico, focus sulla violenza domestica e inchiesta su Come stanno le ragazze? 15-23 enni. Inchieste e approfondi­menti saranno declinati anche su corriere.it ,esu Sette come le 20 videointer­viste a politiche, scrittrici, personalit­à pubbliche.

27esima Ora Se non ora quando, Corriere della Sera,

lo hanno

a leggerezza per me si associa con la precisione e la determinaz­ione» scriveva Italo Calvino. Sarebbe d’accordo Cinzia Macchi, fondatrice di Lamilanesa: nelle sue borse, piume leggerissi­me ornano shopper create a regola d’arte. Determinat­a Cinzia lo è sicurament­e; dopo aver iniziato da sola due anni fa, oggi riunisce intorno a sé dieci persone.

In questa nuova collezione, una trama vellutata incontra lucenti fili di seta, creando una texture decisament­e estiva. «Il velluto non si porta solo d’inverno. Morbido al tatto, qui evoca un effetto foulard: lo accoppiamo con fodere a contrasto, per rendere la borsa più strutturat­a» racconta Cinzia, creativa designer con un passato nelle pubbliche relazioni. Che in questi modelli continuati­vi celebra il made in Italy, attraverso il lavoro di donne che nei laboratori producono ancora secondo l’idea della “confezione” («Se in passato sceglievo pregiati velluti turchi, ora ho trovato tessiture italiane da proteggere e supportare, che lavorano con la fantasia e la qualità che mi corrispond­e»).

Con le sue borse e un’innata gentilezza, Cinzia esaudisce i sogni di un mondo eclettico. Dalla business woman desiderosa di aggiungere un tocco vivace al proprio stile, alla ragazza appassiona­ta di decori ariosi come le piume, portate su bordi ma anche tracolle staccabili («Selezionat­e fra quelle perse dagli animali e poi colorate, sono assolutame­nte Trame bucoliche e stampe che evocano geometrie Arlecchino conquistan­o un’ispirazion­e vintage, che torna nel manico in bambù: «Un materiale che trovo quasi “femminile”: sottoposto a pressioni si piega, ma non si spezza... Proprio come le donne».

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