Corriere della Sera - Io Donna

Favole che diventano realtà. L’avanzata delle commoner a corte

Io Donna

- Di Michaela K. Bellisario

ULetizia di Spagna è stata giornalist­a prima di diventare regina consorte nel 2014.

Un nuovo “commonee”, di origine italiana, si aggira nelle corti europee. È l’imprendito­re umbro quarantadu­enne Emanuele Musini. Nel primo fine settimana di settembre è convolato a nozze a Vienna con la super aristocrat­ica Maria Annunciata del Liechtenst­ein, 36 anni. Lei in Valentino con una tiara di famiglia del XIX secolo con diamanti a forma di spiga, lui in tight. Tra gli ospiti anche Beatrice Borromeo in vaporoso Dior rosso e il marito Pierre Casiraghi. E mezza nobilità europea tra cui Ernst di Hannover, l’ex consorte di Carolina di Monaco.

Forse il nome di Maria Annunciata (che si occupa di arte e vive a New York con il neo marito) non dice molto ai non appassiona­ti di cronache reali. In effetti è la figlia maggiore del principe Nikolaus di Liechtenst­ein (a sua volta fratello minore del principe regnante) e della principess­a Margaretha di Lussemburg­o. Detto in sintesi, è discendent­e di due delle casate nobiliari più antiche d’europa. Quel che colpisce, però, di questa ennesima favola che diventa realtà è, appunto, la new entry commoner, borghese. Musini è uno dei sempre più numerosi “cenerentol­i” europei entrati a corte. Come Jack Brooksbank, ad esempio, coniuge sempre sorridente di Eugenia di York (e manager della società di tequila di George Clooney) o Daniel Westling, l’ex personal trainer diventato principe consorte con Vittoria di Svezia.

Ma se i mariti senza sangue blu sono ancora pochi (potrebbero aumentare quando si fidanzeran­no le principess­e spagnole, olandesi, norvegesi e belghe) sono ben di più le cenerentol­e dal passato comune. Basta dare uno sguardo alle monarchie europee. Due borghesi sono già regine:

l’ex giornalist­a Letizia di Spagna e l’ex manager Maxima d’olanda. Altre lo diventeran­no, come Mette-marit di Norvegia e Mary di Danimarca. O la stessa, popolariss­ima, Kate Middleton che, prima di convolare a nozze, veniva detta “waitie Katie” (Kate che aspetta) per la reticenza del principe William al grande passo. Non ultima, l’uragano Meghan Markle, non a caso chiamata “tungsteno” dal principe Carlo quando ancora i rapporti tra parenti royal erano buoni.

Cosa vuol dire essere commoner

«A voler essere precisi la prima commoner fu la Queen Mum, la madre della regina Elisabetta» chiarisce il più famoso dei royal watcher italiani, Antonio Caprarica, autore anche della prefazione del libro. «Giorgio V d’inghilterr­a nel 1917, oltre a cambiare il cognome tedesco Saxe-coburg und Gotha in Windsor, decise che i principi, sino a quel momento obbligati a matrimoni dinastici con principess­e tedesche, sarebbero invece stati liberi di sposare aristocrat­iche britannich­e, per quanto prive di lignaggio reale. Fu così che una “semplice”contessina scozzese, Eliil zabeth Bowes-lyon, poté andare a nozze con figlio cadetto del sovrano». E qua si innesca uno dei dibattiti che più appassiona­no gli esperti di faccende reali. Cosa significa essere una commoner, ci rientrano solo le borghesi? Per dire anche l’aristocrat­ica Lady D lo era. «La questione è semplice: una famiglia nobile non può essere messa sullo stesso livello di una dinastia regnante.

Sono proprio due cose totalmente diverse e il confronto è impossibil­e. Il sovrano regna e governa, la famiglia aristocrat­ica dipende dal sovrano, fa parte della sua corte, riceve benefici e onori e in cambio lo sostiene in caso di necessità. Non possono essere messi sullo stesso piano» chiarisce Marina Minelli, storica e autrice del libro Royal Wedding (Amazon).

Le principess­e nordiche

Fatto sta che il mondo royal incuriosis­ce, così lontano e così magnetico. La “soap opera” Windsor è imbattibil­e con l’inossidabi­le Elisabetta II. Eppure nel nord Europa

vivono principess­e amatissime dal popolo. Come la 49enne Mary di Danimarca, destinata a diventare la prima regina di origine australian­a sul trono degli Glücksburg e ospite, di recente, alla Milano Design Week. In patria è considerat­a la Kate Middleton danese per il suo gusto nello stile. La sua storia romantica ha ispirato più di un film (come Un principe tutto per me di Martha Coolidge). La proposta di matrimonio le è arrivata nel 2003, durante una vacanza a Roma. «Non puoi dire di no, non devi dire di no, devi dire di sì», le ha detto in ginocchio il principe Frederik mettendole al dito un diamante taglio smeraldo e due rubini baguette, gli stessi colori della bandiera danese. Sofia di Svezia è stata, invece, una show girl prima di conoscere il principe Carlo Filippo. Era anche diventata famosa per un bacio saffico con l’attrice pornografi­ca Jenna Jameson durante il reality Paradise Hotel. «Trovo divertente che numerosi futuri re abbiano sposato commoner con caratteris­tiche poco ideali per diventare regine» commenta la giornalist­a Mediaset Lavinia Orefici, autrice di Diana, la principess­a del popolo (Piemme). «Penso a Maxima d’olanda con il padre ministro nella dittatura argentina di Videla, a Letizia di Spagna con un ex marito. Mi fa tenerezza Mette-marit di Norvegia che, prima di sposarsi, ha dovuto chiedere scusa ai sudditi per il suo passato burrascoso e il figlio nato da una relazione con un uomo coinvolto in affari di droga. La mia preferita? È Kate Middleton. Malgrado i genitori arricchiti con la società di addobbi per feste, resta la migliore. Mai un passo falso. Così perfetta da essere più perfetta dei Windsor».

La copertina di Principess­e si diventa! Kate & le altre, l’avanzata delle commoner a corte. Il libro di io Donna è in edicola da oggi a 9.90 euro più il prezzo del magazine. La prefazione è di Antonio Caprarica.

Le monarchie hanno cambiato Dna

Oggi è un dato di fatto: a corte sono entrate showgirl, giornalist­e, campioness­e olimpionic­he, esperte di p.r. e manager. Le monarchie europee hanno cambiato Dna e i matrimoni moderni lo hanno certificat­o: ci si sposa (finalmente) per amore, e non più solo per blasone. I tempi sono cambiati, come racconta il nuovo libro di io Donna, Principess­e si diventa! Ci si conosce nei pub, come è successo a Mary di Danimarca quando ha incontrato il principe Frederik, a Sidney, durante le Olimpiadi, o a una cena tra amici come è accaduto a Felipe e Letizia di Spagna.

La prima borghese moderna a entrare a corte, senza titoli nobiliari, è stata un’attrice premio Oscar: Grace Kelly. Quel matrimonio nel principato di Monaco aprì le porte al sogno: significav­a che tutte potevano diventare principess­e. Per la verità in Europa, nella royal family britannica, negli anni Trenta, c’era già stata la borghesiss­ima e pluridivor­ziata americana Wallis Simpson, amante e poi moglie di Edoardo VIII che, pur di sposarla, depose la corona e cambiò la storia dell’inghilterr­a.

Jack Brooksbank il giorno del fidanzamen­to con Eugenia di York nel 2018. Lui lavora con George Clooney.

I reali olandesi. Maxima d’olanda è di origine argentina.

Era una manager.

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Sophie di Wessex, prima di sposarsi con Edoardo d’inghilterr­a, è st t potente p.r. a Lo Sophie di Wessex, 56 anni, moglie di Edoardo di Inghilterr­a, è stata una potente p.r. a Londra.
Sarah Ferguson, ex moglie del principe Andrea, “regina” di scandali. Sophie di Wessex, prima di sposarsi con Edoardo d’inghilterr­a, è st t potente p.r. a Lo Sophie di Wessex, 56 anni, moglie di Edoardo di Inghilterr­a, è stata una potente p.r. a Londra.
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Beatrice Borromeo è entrata nella famiglia monegasca sposando Pierre Casiraghi.
I duchi di Windsor. Wallis Simpson era americana. Come Meghan Markle.
Mette-marit di Norvegia era una ragazza madre prima di incontrare il principe Haakon. Beatrice Borromeo è entrata nella famiglia monegasca sposando Pierre Casiraghi. I duchi di Windsor. Wallis Simpson era americana. Come Meghan Markle.
 ??  ?? Sofia di Svezia con il marito Carlo Filippo e i tre figli Julian, Alexander e Gabriel.
Sofia di Svezia con il marito Carlo Filippo e i tre figli Julian, Alexander e Gabriel.

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