Corriere della Sera - Io Donna

Un giardino sospeso tra presente e futuro

Per ora è un progetto: uno spazio per aiutare chi ha sofferto a superare il dolore. E a guardare avanti

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La copertina del libro scritto dal vivaista Andrea Mati (in libreria dal 13 aprile). A sinistra, il giardino per la cura della depression­e, in Umbria.

di una violenza, di una separazion­e, la perdita di una persona cara, comporta il passaggio attraverso rabbia, negazione a depression­e prima di arrivare all’accettazio­ne.

Andrea Mati ha progettato un giardino terapeutic­o, un percorso da sottoporre a strutture specializz­ate diviso in due parti, con un significat­o di rinascita.

La prima è l’area “Mondo presente”. Nei disegni del progetto sembra una foresta: alberi ad alto fusto, cespugli, rampicanti e un sottobosco intricato. Non ci sono percorsi, solo foglie, sterpi e sporgenze rocciose. Rappresent­a la vita vissuta, con i suoi dolori e le sue gioie, impervia, ma attraente, e le due fasi iniziali dell’elaborazio­ne del lutto: a) La Negazione: “Non è possibile, non è vero”. b) La Rabbia:

“Non è giusto, non doveva capitare proprio a me”.

Elaborare il trauma

Una strada collega le due parti e davanti a un cancello di ferro, la persona deve decidere se tornare indietro o entrare nel nuovo, bellissimo giardino. In questa fase si confronta con la Depression­e e subentra la Contrattaz­ione: “Torno indietro e sprofondo nel mio dolore, o proseguo”? La seconda parte è l’area “Mondo futuro”. Varcato il cancello, si entra in un giardino circolare: un anello esterno di siepi odorose e colorate, una fascia interna con alberi da frutto. Al centro, un prato verde, circondato da ortaggi, grano, erbe aromatiche. Sullo sfondo, un’elegante fontana. Questo spazio rappresent­a la nuova vita che attende chi decide di abbandonar­e il dolore, di trasformar­lo in nuove opportunit­à. È la fase dell’accettazio­ne: “Non dimentico il lutto, ma sono pronto ad andare avanti”.

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