Corriere della Sera - Io Donna
I 25 anni di Orticola
La mostra mercato a Milano dal 5 all’8 maggio. Tanti gli incontri di media partner dell’evento
sono un universo, in cui ciascuna ha il suo carattere, i suoi fiori con diametri e petali differenziati, la sua altezza - da quindici centimetri a venti metri! - il profumo, la durata di fioritura. «La fragranza ha il potere magico di risollevarci l’animo o di rilassarci» aggiunge Marriott, che quest’anno sarà anche ospite d’eccellenza della Giuria Botanica di Orticola.
Dalla notte dei tempi, si coltivano piante officinali a scopo medicinale, erboristico, cosmetico, fitoterapico. E naturalmente, anche alimentare: l’orto garantisce cibo, ma l’orticoltura se praticata negli spazi condivisi diventa anche un’attività che favorisce la socializzazione e lo spirito di collaborazione, contribuendo al benessere psichico delle persone. «Il giardinaggio nell’orto o sul balcone regala una sensazione di serenità: i problemi si dileguano dalla mente, è come un ritorno all’eden originario» commenta Laura Cinzia Bassi, agronoma e progettista di healing garden (giardini terapeutici), ed esperta di ortoterapia. «Il colore verde ci trasmette una sensazione atavica di pace». Non è un caso che i giardini terapeutici stiano trovando sempre più spazio all’interno delle case di riposo. «Non si tratta di un semplice giardino in cui fare una passeggiata. Il progetto include percorsi in cui le piante scelte consentono di sentire profumi, avere sensazioni tattili toccando le foglie, godere della vista dei colori e delle forme». All’interno di un healing garden, a volte ci può essere uno spazio per l’ortoterapia.
«In collaborazione con lo psicologo, l’ortoterapista studia attività specifiche per ogni individuo, a seconda dei suoi bisogni» puntualizza Bassi. «Stare nel verde e lavorare con esseri viventi consente alle persone portatrici di handicap fisici o mentali di ottenere gli stessi risultati degli altri, di non sentirsi giudicati o inadeguati, e rafforza l’autostima».
Colture più sostenibili
Il rapporto fisico con la pianta, mettere le mani nella terra è una panacea per tutti. «Essere a contatto con la natura è poter guardare una pianta in giardino, vedere la sua evoluzione e i suoi meccanismi, capire per esempio se si arrabbia perché la bagniamo troppo» commenta Pizzoni. «È un rapporto di scambio, perché ci consente di imparare, e il tempo che ci concediamo per prenderci cura della pianta è per noi stessi». Quest’aspirazione a un equilibrio con la natura si traduce anche in un approccio innovativo nella progettazione. «Il giardino è sempre meno espressione di potere e dominio sulla natura. Si progetta cercando le piante adatte al clima e al luogo, riducendo la nostra energia e le nostre aspettative». Una maggiore armonia con la natura passa anche attraverso la rinuncia, per esempio, di un prato all’inglese, che richiede quantità smodate di acqua, o di fioriture continue, che implicano forzature delle piante. Anche il mondo delle rose segue questo trend. «Sempre meno giardinieri ricorrono alla chimica» dice Marriott. «Piuttosto, privilegiano le varietà appositamente create per essere più resistenti alle malattie».
Il nostro bisogno di natura passa anche attraverso il richiamo della foresta. «Camminare in un bosco dà pace» commenta Daniele Zovi, per quarant’anni nel Corpo Forestale e scrittore. «È come entrare in una grande comunità in cui alberi, arbusti, animali comunicano fra di loro, si sente un flusso di energia. Sedetevi appoggiandovi a un albero, silenziate il cellulare e chiudete gli occhi: vi sentirete accolti». Nel suo ultimo libro, In Bosco (edito da Utet), Zovi racconta proprio le emozioni: in ogni stagione c’è qualcosa che ci sorprende. «Il cammino mi ha cambiato e mi cambia ogni volta: risveglia ricordi e sensazioni perdute. Il tuffo al cuore che ci regala la vista di un capriolo è legata a quando anche noi eravamo selvatici, rievoca la nostra essenza. E ci ricorda l’obbligo che abbiamo di rispettare i viventi che ci circondano perché condividiamo la stessa casa. Accarezzate una corteccia, sedetevi e sentite l’umido del muschio». La felicità è qui. io Donna,
Dal 5 all’8 maggio, a Milano,
i Giardini Pubblici Indro Montanelli torneranno a ospitare Orticola di Lombardia, alla sua 25esima edizione. La mostra mercato di fiori, piante e frutti insoliti, rari e antichi festeggia l’anniversario con una peonia, la “Orticola Milano”, creata dall’ibridatore Roberto Gamoletti e registrata all’american Peony Society. Fra gli imperdibili, segnaliamo la presenza di
è una piccola ninfea che cresceva solo in una sorgente termale in Rwanda. Tra le nuove attività ci sono, invece, i “Dialoghi in giardino”: si parte il 5 maggio alle 17. Tra gli ospiti, Gianluca Brivio Sforza, presidente di Orticola. Fitto il programma organizzato da tra i media partner dell’evento. Il 5 maggio, alle
16.30, la direttrice Danda
Santini premierà la fondatrice di Orticola, Francesca Marzotto Caotorta, con un quadro a tema realizzato dall’artista Nais.
E proprio Nais proporrà venerdi, sabato e domenica un laboratorio creativo esclusivo per le nostre lettrici:
Timo, lavanda, rosmarino, salvia, origano, peperoncino, camomilla, finocchietto selvatico e menta saranno le protagoniste di un momento di pace per vivere
“In armonia con la natura”, tema dell’edizione 2022 di Orticola di Lombardia. Questi gli orari per partecipare: venerdì 6 e sabato 7 dalle 12 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 16; domenica 8 dalle 8 alle 11 e dalle 12,30 alle 14/15,30.
Nello stand di ci sarà, inoltre, la possibilità di scattarsi una foto ricordo e di ritirare, oltre a una copia del giornale, anche un campione delle fragranze di Issey Miyake,
L’eau d’issey e L’eau d’issey pour Homme. I biglietti (12 euro) si possono acquistare soltanto on line. Informazioni:
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