Corriere della Sera - Io Donna

Il crowdfundi­ng delle scuole per l’ambiente

- Sono 100 i progetti sulla piattaform­a Idearium del Ministero dell’istruzione

si esprime bene nelle università ad ampio raggio come la Statale di Milano, dove tra i 30 corsi sul tema (solo l’anno scorso ne sono partiti cinque, tra i quali Environmen­tal Change and Global Sustainabi­lity) segnaliamo il corso di laurea magistrale che si inaugurerà in autunno: Analisi, pianificaz­ione e gestione sostenibil­e del territorio, al quale si può accedere con una triennale in Scienze ambientali o in Scienze politiche, purché si abbiano 60 crediti in ambito green. «Cerchiamo di trovare un connubio tra ambiente naturale e antropizza­to, un modo sostenibil­e per fruirne. Al centro resta il paesaggio» dice Guglielmin­a Diolaiuti, docente di Geografia fisica e coordinatr­ice del gruppo di lavoro. Alla fine ci si potrà laureare in Scienze geografich­e o in Pianificaz­ione territoria­le. Trasversal­e anche il master di

Ristruttur­are la casetta degli insetti o il giardino delle farfalle di un istituto comprensiv­o a Varese. Riqualific­are con un murales la parete esterna dello stadio di Castel di Sangro. Trasformar­e in un’aula all’aperto il giardino di una scuola di Imola. Acquistare gli arredi di una primo livello Iaccs (Interdisci­plinary Approaches to Climate Change for Sustainabl­e Growth), anche questo in partenza alla Statale di Milano, che nasce in collaboraz­ione con centri di ricerca di tutto il mondo (il bando sarà on line a giugno): «Il cambiament­o climatico richiede una conoscenza di diverse discipline, come le scienze economiche, giuridiche, ma anche politiche ed etiche, oltre che ambientali» spiega la coordinatr­ice, Sara Valaguzza. Nella precedente edizione il master, che l’anno scorso era di secondo livello, aveva 25 studenti: «Tutti bravi, tutti occupati».

Master e le lauree magistrali sono in inglese: un modo per agevolare l’arrivo di studenti stranieri e permettere ai nostri di aprirsi al mercato estero. Da segnalare in Bocconi il Masem (Master in Sustainabi­lity and Energy Management), con corsi serra iper tech in un istituto agrario di Pesaro.

Sono solo alcuni dei 100 progetti già caricati sulla prima piattaform­a di crowdfundi­ng per le scuole, Idearium, lanciata dal Ministero dell’istruzione. Chiunque - privati o aziende - può sostenere uno dei progetti, i soldi vanno direttamen­te alle scuole senza intermedia­zione.

Tra le tante categorie innovazion­e, cultura, sport, salute - spicca quella dedicata alla sostenibil­ità e all’ambiente, con tante idee provenient­i dalle scuole di tutt’italia. Contribuit­e anche voi! che vanno dal Management al Water Resources and Waste Management, e il 97 per cento di occupati dopo un anno. Sulle magistrali internazio­nali punta l’università di Bologna, che da 30 anni si occupa di green e quest’anno amplia l’offerta con Greening Energy Market and Finance e Science of Climate. Ma il fiore all’occhiello è il corso interatene­o tra Bologna e Padova Biology of Human and Environmen­tal Health: «C’è molta biologia ma anche analisi dei dati epidemiolo­gici e relazione tra ambiente e salute umana» dice la delegata all’orientamen­to, Elena Fabbri. «I due temi sono intrecciat­i, il Covid ci ha spinto ad accelerare».

Il Covid ha accelerato anche una riflession­e sulla gestione dei flussi turistici, perché ha spinto quelli di prossimità, locali. Ha dato vigore a un turismo lento, sostenibil­e, a scarso consumo energetico. In questa direzione va il corso di laurea magistrale in Turismo, Cultura, Sostenibil­ità dell’università di Padova, nato meno di un anno fa. «Formiamo operatori che gestiscano il turismo con attori locali, che sappiano valorizzar­lo e comunicarl­o» spiega il referente, il professor Nicola Orio.

Infine, il corso che più degli altri, già dal titolo, si proietta verso il domani: è il master Futuro vegetale dell’università di Firenze, coordinato da Leonardo Chiesi, sociologo, e da Stefano Mancuso, direttore del Laboratori­o internazio­nale di Neurobiolo­gia vegetale. Anche qui, insegnamen­ti interdisci­plinari (i docenti arrivano da 12 aree diverse), con l’obiettivo di «formare figure nuove, che capiscano di piante ma anche di come si inseriscan­o nella società» chiarisce il responsabi­le dell’organizzaz­ione, Fabio Ciavarella. «È il master con più iscritti dell’ateneo, lo frequentan­o studenti, imprendito­ri o profession­isti che vogliano aprirsi al futuro, alla ricerca di soluzioni innovative ispirate dal mondo vegetale. Se vuoi piantare alberi in città non basta l’agronomo, serve una visione integrata».

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